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Cronaca Neviano

Il finanziamento? Con carte rubate. Scoperti per caso

Due neretini indagati. Fermati per un controllo dalla polizia, in auto due borse piene di materiale elettronico. Ed è venuta alla luce una truffa ad un negozio, con documenti sottratti ad un'anziana

NARDO' - Da cosa nasce cosa. A volte è così. E da un controllo più o meno normale di polizia su strada, ecco che si arriva a scoprire una truffa bella e buona. E' successo a Nardò, dove ad essere deferiti alla Procura di Lecce sono stati due uomini, V.F. e S.M, rispettivamente di 50 e 35 anni, già noti alle forze dell'ordine, i quali, giovedì scorso, sono stati fermati proprio perché soggetti conosciuti. E perché chi si trovava alla guida di un'auto, era un sorvegliato speciale, con tanto di patente revocata. Insomma, il reato c'era già all'origine, ma quello che la polizia avrebbe scoperto successivamente sarebbe stato molto più grosso.

Intorno alle 10,30, l'alt, imposto da alcuni agenti in borghese. Durante la perquisizione dell'auto, i poliziotti sono stati attratti da due voluminose buste, collocate sul sedile posteriore, contenenti vario materiale elettronico. Telefoni cellulari, decoder, ed altro. E' stata richiesta la provenienza di quella merce, visti i precedenti dei due, e a quel punto sarebbe stato riferito che tutto il materiale era stato acquistato da un negoziante della zona. I due avrebbero anche rilevato, a scanso di equivoci, di avere con sé lo scontrino fiscale. Tant'è. Sono comunque stati condotti presso il commissariato, anche perché la violazione del codice della strada era palese ed era necessaria la denuncia per guida senza patente, con tanto di sequestro della vettura.

Non contenti, però, i poliziotti hanno deciso di non farsi mancare nulla, ed hanno esteso gli accertamenti anche presso il negoziante intestatario dello scontrino, non lontano da Nardò. Il sospetto che potesse esservi qualche irregolarità covava già nell'ara. E in effetti, una storia è davvero uscita. Nel negozio si è appurato che il materiale era stato acquistato nella mattinata da due persone di sesso maschile e pagato con un finanziamento. Si tratta di un credito al consumo, effettuato a nome di una signora di Nardò della quale i due avevano esibito il documento. Ma si tratta di una donna, si sarebbe scoperto, che solo pochi giorni prima, ed esattamente il 12 febbraio, aveva denunciato proprio presso gli uffici del commissariato, il furto del suo portamonete con dentro la carta d'identità, il codice fiscale ed altro. Il furto, presumibilmente, sarebbe avvenuto all'interno della chiesa dell'Immacolata di Nardò.

Gli accertamenti hanno dunque consentito di stabilire le responsabilità dei due soggetti fermati, ma non di individuare la terza persona, un'altra signora anziana della quale si sarebbero serviti per condurre in porto l'operazione fraudolenta, portandola con loro presso il rivenditore e riferendo che si trattava della titolare del documento d'identità esibito.

Secondo la ricostruzione, dunque, le tre persone avrebbero acquistato il materiale elettronico esibendo per il finanziamento i documenti asportati in chiesa e falsificando nella circostanza la firma sul modulo di adesione, sostituendosi così alla persona raffigurata nella carta d'identità esibita. Tutti gli elettrodomestici acquistati, per un valore di circa 3mila euro, sono stati sequestrati per evitare che la libera disponibilità potesse aggravare le conseguenze dei reati. Le successive perquisizioni domiciliari a carico degli indagati non hanno portato, comunque, ad ulteriori scoperte. Le ipotesi di reato: truffa, ricettazione, sostituzione di persona, e falsità in scrittura privata in concorso con la donna non ancora identificata.

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