rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

In 300 a Lecce per dire no al razzismo e alle frontiere

Milioni di persone immigrate vivono in Italia e in Europa. Cosa succede se un giorno -si chiedono anche a Lecce - decidono di fermarsi, di non andare al lavoro, a scuola, a comprare nei supermercati?

LECCE - Tutto nasce da una domanda, la protesta nasce da una domanda: cosa accadrebbe se solo per un giorno 4 milioni di immigrati che vivono e lavorano in Italia incrociassero le braccia? La risposta, sulla buona riuscita o meno dello "sciopero nazionale" degli stranieri, lanciato sul web e subito appoggiato da associazioni come Amnesty, Arci, Acli, Legambiente, Emergency, ReteAntirazzistaSalento a Lecce, sigle sindacali e partiti del centro sinistra, si conoscerà a fine giornata, quando si saprà come hanno risposto le sessanta piazze delle città italiane coinvolte. Molto bene, pare di capire. Colore della manifestazione il giallo, e che strizza l'occhio al viola, in questo variegato mondo fuori dalla politica che scende in piazza.

A Lecce l'appuntamento era per le l6, nei pressi di Porta Napoli, dove il coro unanime è stato ''Provate a fare senza di noi per 24 ore''. Circa 300 gli stranieri che hanno partecipato alla manifestazione sostenuta dalla ReteAntirazzistaSalento per un mondo senza più razzismo e frontiere, ma anche per la regolarizzazione generalizzata per tutti, la chiusura dei Cie e l'estensione dei diritti fondamentali e necessari dignità, salute, casa, lavoro e istruzione. "Milioni di persone immigrate vivono in Italia e in Europa. Cosa succede se un giorno - si chiedono anche a Lecce - decidono di fermarsi, di non andare al lavoro, a scuola, a comprare nei supermercati?

"Fermarsi per un giorno per dire a tutti che immigrare non può essere un reato - dicono in coro - perché i migranti non sono pericolosi parassiti o solo braccia da sfruttare nel lavoro, perché le leggi razziste e il permesso di soggiorno legato al lavoro rendono precaria e sempre sotto ricatto la vita dei migranti, la discriminazione e la precarietà dei cittadini e lavoratori migranti rendono precari anche i diritti dei cittadini italiani; e poi le donne e gli uomini immigrati, i figli degli immigrati nati o cresciuti in questa terra, sono i nuovi cittadini, sono lavoratori e lavoratrici, sono alunni e studenti. Sono parte dell'Italia di oggi e di domani".

In 300 a Lecce per dire no al razzismo e alle frontiere

In Evidenza

Potrebbe interessarti

In 300 a Lecce per dire no al razzismo e alle frontiere

LeccePrima è in caricamento