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Martedì, 30 Aprile 2024
A 7 anni dall'incidente

Ferito dal distacco di una benna da scavo: condanna per il datore di lavoro

Gravi danni a gambe e braccia per un operaio, nell’ottobre 2016, impegnato nel cantiere di una pista ciclabile a Frigole, travolto dal macchinario: il 10 novembre il pronunciamento del tribunale sulla vicenda

LECCE – Era stato vittima di un incidente su un cantiere pubblico, riportando gravi lesioni a gambe e braccia: ora il datore di lavoro è stato condannato dal Tribunale di Lecce perché ritenuto responsabile della mancata sicurezza alla base dell’accaduto.

La vicenda, giunta a conclusione in queste ore, riguarda un operaio salentino residente in un comune a nord della provincia di Lecce e dipendente di una ditta del settore edile-stradale, coinvolto in un grave incidente di lavoro, avvenuto nell’ottobre 2016: l’uomo era impiegato nei lavori di costruzione di una pista ciclabile a Frigole, marina del capoluogo salentino, nell’ambito dei lavori di adeguamento funzionale di via Dell’Acacia e Lungomare A. Mori – Strada Parco, per conto del Comune di Lecce.

Nel mentre operava a stretto contatto con un bobcat, un mini-escavatore per il posizionamento del cordolo in pietra della pista ciclabile, si era staccata la benna da scavo, finita addosso al malcapitato, che, nella circostanza, ha riportato gravi lesioni agli arti, sia alle gambe e alle breccia, fortunatamente non letali. L’operaio era stato prontamente soccorso dal personale sanitario del 118, andando incontro nel tempo a una lunga convalescenza e a difficoltà fisiche permanenti.

Sul luogo dell’incidente erano intervenuti dello Spesal per verificare le necessarie condizioni di sicurezza nel cantiere e da lì è scaturita l’indagine penale e il rinvio a giudizio del legale rappresentante della ditta appaltatrice, per lesioni gravi conseguenti a violazioni delle norme in materia di prevenzione degli infortuni sul lavoro, e in particolar modo quelle relative ai rischi connessi alle operazioni di sollevamento e movimentazione di carichi.

In buona sostanza, sarebbe mancata nella circostanza la giusta distanza tra la zona di lavoro dell’operaio e la presenza della macchina ma anche un meccanismo di blocco nei confronti della benna per evitarne il distacco.

Il 10 novembre si è concluso il processo presso la prima sezione penale del Tribunale di Lecce, con la lettura del dispositivo da parte della giudice Giovanna Piazzalunga: condannato il legale rappresentante della società appaltatrice dei lavori, nonché responsabile per la sicurezza della medesima ditta, a tre mesi di reclusione, con pena sospesa e non menzione, oltre al pagamento delle spese processuali e ad una provvisionale di 10mila euro a titolo di risarcimento del danno in favore della vittima, demandando al successivo giudizio civile la definitiva quantificazione dello stesso.

Il lavoratore si era costituito parte civile nel processo penale, assistito dall’avvocato Francesco Milanese. Il legale ha espresso soddisfazione per l’esito del giudizio. Un fatto grave che solo per fortuna non ha provocato conseguenze più gravi al lavoratore. L’avvocato Milanese ha evidenziato l’importanza del rispetto delle norme di sicurezza sui luoghi di lavoro, la necessità di formazione specifica per i dipendenti, e l’effettiva esecuzione delle norme di comportamento sui cantieri. Da questo punto di vista importanti sono le prassi virtuose adottate dal datore di lavoro e i controlli preventivi che spettano alle forze dell’ordine. L’imputato è difeso, invece, dall’avvocato Stefano Chiriatti.

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