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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

L'Università del Salento a servizio dei Comuni. Gratis

Da oggi i comuni delle province di Lecce, Brindisi e Taranto possono chiedere gratuitamente all'Università del Salento consulenza di marketing territoriale, diritto allo studio, ambiente ed altro

L'università del Salento mette a disposizione delle amministrazioni comunali del Grande Salento servizi culturali e scientifici. Gratuitamente. Non dovranno sborsare un solo euro i comuni salentini delle province di Lecce, Brindisi e Taranto, se volessero chiedere consulenza di marketing territoriale, diritto allo studio, ambiente ed altro ancora. A darne notizia il rettore Domenico Laforgia, che per questo pomeriggio ha voluto incontrato i sindaci dei comuni del Grande Salento nella sala conferenze del rettorato di piazza Tancredi a Lecce. E loro sono venuti, non tutti, come era prevedibile, ma qualcuno si è fatto vedere. Un po' per opportunità, un po' perché quel che va ad offrire l'Ateneo salentino sembra davvero interessante.

"Intendiamo mettere a disposizione del territorio le competenze scientifiche dei nostri universitari - ha detto Laforgia - nell'ottica di una integrazione di collaborazione tra università ed enti locali. Ma sia chiaro da subito - ha aggiunto il rettore - che le consulenze culturali e scientifiche da noi offerte non avranno alcun onore per i comuni. La nostra intenzione è quella di migliorare la vostra progettualità attraverso i nostri studenti, e in tutti i settori. Vi chiediamo, ovviamente, di usare con garbo e rispetto l'università".

Ma come si realizza nel concreto una iniziativa sui generis? Ecco i settori culturali e scientifici che l'Ateneo mette a disposizione degli enti locali: Ricerca, Ambiente, Diritto allo studio, Enti locali, Orientamento, Partecipazioni (l'università del Salento può contare infatti su oltre 100 partecipazioni con istituti e aziende nel campo scientifico).

SPAZIO AL MERITO E ALLA TRASPARENZA

Intanto l'Università del Salento ha avviato il percorso di affermazione di regole che scongiurino nepotismi e favoritismi clientelari, a danno del merito e della qualità del suo corpo docente e ricercatore. Tre i pilastri del nuovo percorso: ragionare in termini di diritti alla "trasparenza" e al "merito", come tali costituzionalmente garantiti perché fondamentali e dunque superiori e prioritari, anche come tutela giudiziale, rispetto a qualsiasi previsione meramente legale dei doveri di docenti e ricercatori; formulare un "codice etico" che non sia né una carta dei doveri, secondo il modello dell'Università di Bari, sostanzialmente priva di qualsiasi forza normativa perché incidente sullo stato giuridico dei professori, di competenza esclusiva della legge, né un semplice catalogo di raccomandazioni di buona condotta, sul modello di Bologna. Al contrario, per la prima volta in Italia e tra i primi in Europa, seguire un percorso scandito da atti applicativi dei principi costituzionali di uguaglianza (art. 3), imparzialità (art. 97), valorizzazione e trasparenza dei meriti (artt. 33, 34 e 97), responsabilità pubblica (art. 28), e direttamente attuativi delle leggi 241 del 1990 (riformata dalla l. 15/2005 per la trasparenza nei procedimenti amministrativi), 168 del 1989 (sulla delegificazione a favore delle Università) e 210 del 1998 (sui criteri di selezione dei docenti universitari).

Pertanto, tra i mesi di marzo e aprile, l'Università sarà impegnata, attraverso il delegato del rettore alla trasparenza, professor Michele Carducci: "Solo così - ha dichiarato il rettore dell'Università del Salento, professore ingegnere Domenico Laforgia - la libertà accademica non si tradurrà più in privilegio, ma in stimolante e leale scommessa per i più onesti e meritevoli".

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