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Cronaca

La Provincia apre ai dipendenti Billa: “Cerchiamo alternative alla crisi”

Il presidente Gabellone e il sindaco di Lecce Perrone a colloquio con i lavoratori a rischio di licenziamento: "Spostiamo il tavolo in Prefettura, coinvolgendo la società Rewe". Urge soluzione per mantenere livelli occupazionali

LECCE - “La perdita di un solo posto di lavoro è un dramma che non ci possiamo permettere”. Parola di Antonio Gabellone, il numero uno di Palazzo dei Celestini che ha aperto le porte alle istanze dei 72 lavoratori di Billa sull’orlo del licenziamento, a causa della preannunciata chiusura dell’ipermercato.

Nonostante la Provincia di Lecce non abbia competenze specifiche in materia, così come l’amministrazione comunale di Lecce, sia Gabellone che il primo cittadino, Paolo Perrone, si sono messi alla guida di una cabina di regìa che coinvolga le istituzioni nel porre un freno alla desertificazione economica del Salento, di cui la crisi dello storico supermercato Billa, rappresenta solo l’ultimo esempio.

In linea con quanto richiesto sia dal sindaco di San Cesario di Lecce, Antonio Girau che dal sindacato Uiltucs Uil, anche il presidente Gabellone ritiene opportuno sollecitare il trasferimento del tavolo in Prefettura, per “dare rilievo istituzionale al problema”, sottolinea.

Ma anche e soprattutto per tentare un confronto diretto con Rewe, proprietaria del marchio Billa: “L’occupazione commerciale di un territorio presuppone il rapporto con chi ci vive e lavora. La società deve comunicare le sue intenzioni, se oltre la dismissione ha previsto alternative per salvaguardare i livelli occupazionali”.

Ma la soluzione è tutt’altro che semplice: il punto vendita di San Cesario è rimasto fuori dagli accordi con Conad e non si avvistano altri competitor all’orizzonte. I lavoratori stessi premono affinchè la licenza delli’iper rimanga ancorata al territorio, nell’ipotesi che qualcuno se ne appropri per aprire attività commerciali altrove.

I dubbi rimangono anche sull’effettiva capacità della struttura di attirare investimenti locali, considerato anche l’altissimo canone d’affitto. “La collocazione su un’arteria stradale così trafficata è ottimale, ma in mancanza di una riqualificazione, il complesso risulta poco appetibile”, sottolinea il sindaco Perrone riallacciandosi alle critiche sollevate dagli stessi dipendenti, la cui storia professionale zoppica dal 2004.

provincia billa 007-2Costretti a tre anni di cassa integrazione (periodo nel quale l’azienda usufruiva degli sgravi fiscali), sono approdati al contratto di solidarietà. “Sotto ricatto morale”, precisano loro che ricordano quelle lettere di trasferimento, recapitate a 21 colleghi, che hanno fatto scattare la necessità di stringere tutti la cinghia. Pur di rimanere insieme.

Sono avvezzi ai sacrifici, i lavoratori, e si dicono pronti a qualunque soluzione: “Con lo stipendio ci hanno tappato la bocca per impedirci di parlare. Ma chiuso il capitolo Billa, è ora di ricominciare con una nuova formula commerciale, a partire dai prezzi dei prodotti che il gruppo non ha mai voluto rendere competitivi”. 

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