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Domenica, 28 Aprile 2024
Rischia il processo

“Dammi 350 euro per i lavori”. Prima irrompe nello studio legale, poi invia messaggi

Chiuse le indagini per un 26enne di Nardò. Lamenta di dover ricevere soldi per opere di giardinaggio e manutenzione, ma invece di rivolgersi a un giudice avrebbe fatto tutto da sé, con toni e modi aggressivi

NARDO’ – Invece di attendere di arrivare, eventualmente, davanti a un giudice per vedersi accolte le proprie ragioni (al momento, comunque, presunte), un 26enne di Nardò avrebbe pensato bene di fare irruzione in uno studio professionale, accampando il diritto di essere pagato per alcuni lavori.

Non solo. Più di recente avrebbe spedito anche messaggi dai toni minacciosi e sempre per lo stesso motivo. E ora, quel giovane, rischia il processo. Il pubblico ministero Donatina Buffelli, infatti, ha chiuso le indagini preliminari, contestando al 26enne il reato, continuato, di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone.

A ritenersi vittima di queste molestie, un avvocato salentino 71enne. Il 26enne, dal canto suo, sostiene di dover ricevere 350 euro per alcuni lavori di giardinaggio e manutenzione che gli sarebbero stati commissionati proprio dall’avvocato. Ed ecco perché, il 9 ottobre scorso, il giovane all’improvviso sarebbe entrato nello studio professionale di Lecce del 71enne, contro la volontà di quest’ultimo, iniziando a gesticolare con modi aggressivi davanti al suo volto e non accettando gli inviti ad andarsene. Questo, almeno, stando agli esiti dell’indagine allo stato attuale.

Alla fine, per farlo allontanare, l’avvocato sarebbe stato costretto quel giorno a richiedere l’intervento delle forze dell’ordine. Tuttavia, una volta uscito, il 26enne si sarebbe trattenuto per diverso tempo ancora davanti alla porta dello studio.

Non avendo evidentemente ottenuto il denaro, il 26enne sarebbe poi tornato alla carica diversi mesi più tardi, quando ormai si era abbondantemente entrati nel nuovo anno. Ben tre messaggi, dal tono tutt’altro che cordiale, infatti, sarebbero stati inviati il 23 gennaio scorso e altri quattro risalirebbero a quattro giorni più tardi. Così, a stretto giro, è arrivata la chiusura delle indagini a carico del 26enne, che, dal canto suo, sicuramente si difenderà dalle accuse.

Non solo, infatti, avrebbe inviato a suo tempo, tramite l’avvocato Andrea Bianco, una lettera di messa in mora per ottenere il compenso, dato che avrebbe svolto diversi lavori, l’estate scorsa, ma ritiene di aver minacciato in alcun modo il 71enne. Il giorno in cui sarebbe entrato nello studio, vi fu un intervento di una volante di polizia che, secondo la difesa del giovane, non avrebbe rilevato una situazione preoccupante.  

(Articolo aggiornato alle 15,49 con la parte difensiva del 26enne).

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