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Cronaca

A rischio fondi per ammortizzatori sociali, sindacati contro il Governo

Presidio unitario di Cgil, Cisl, Uil ed Ugl davanti alla prefettura di Lecce: "Il fondo regionale per gli ammortizzatori in deroga, di 80 milioni di euro, è insufficiente". In prima fila nella protesta, gli operai Adelchi e Filanto

 

LECCE - Traffico da “raccordo anulare”, oggi, in via XXV luglio con gli automobilisti in fila, fermi ed infine dirottati altrove a causa della manifestazione unitaria dei sindacati Cgil, Cisl, Uil ed Ugl contro i tagli agli ammortizzatori sociali. I lavoratori che già vivono nell’incubo del licenziamento, e sopravvivono di cassa integrazione (27 mila su scala regionale e più di 4 mila nella sola provincia di Lecce), si sono riversati per strada, davanti alla prefettura, per rivendicare quel minimo sostegno al reddito garantito dai contribuenti, ed erogato dal ministero del Lavoro e dalla Regione Puglia.

Nello specifico, la protesta riguarda la cassa integrazione in deroga, uno strumento particolarmente utilizzato nel Meridione sia per la specificità del mercato del lavoro , piegato da una crisi che non passa, sia perché permette di coprire quei settori tradizionalmente esclusi dagli ammortizzatori sociali.

Il fondo regionale, utile a coprire tutte le richieste (molte già approvate) per il biennio 2012-2013, secondo i sindacalisti è insufficiente:   “La Puglia riceverà da Roma, soltanto una parziale copertura, pari a circa 80 milioni di euro, a fronte del fabbisogno di 200 mila euro”. Le varie sigle sindacali sollevano il parlamentino di via Capruzzi da immediate responsabilità -poiché la Regione che deve provvedere per il 40 percento, ha già stanziato i 40 milioni di euro necessari- prendendosela direttamente con il Governo centrale.

“L’equilibrio che si è sempre trovato negli accordi Stato-Regioni, sta venendo meno. E la crisi non può essere la scusa per scaricare sulle fasce più deboli, già a rischio di disoccupazione, tutti i costi sociali. I fondi sono necessari e si devono trovare battendo altre strade”, denunciano i segretari provinciali che hanno presentato un documento unitario al prefetto di Lecce, parallelamente a quanto avveniva nelle prefetture di tutti i capoluoghi pugliesi.

Il dramma della crisi occupazionale nel Salento, è all’ordine del giorno nelle cronache e sotto gli occhi di tutti. Non a caso, a scaldare il cuore della protesta c’erano i lavoratori del comparto Tac, rappresentati dai cassaintegrati “storici” dei cluster Adelchi di Tricase e Filanto di Casarano. Per questi ultimi, la situazione appare particolarmente delicata: “I decreti per la cassa in deroga per i 120 lavoratori dell’azienda Labor sono fermi al ministero dai primi dell’anno, mentre i 350 delle aziende Tecnosuole e Zodiaco attendono la firma sui decreti per la cassa integrazione ministeriale. – denuncia Giuseppe Guagnano, segretario regionale Filctem Cgil – I lavoratori sono tutti legati alle sorti dell’Accordo di programma del 2008 che non si sblocca per le lungaggini burocratiche. Pur essendoci, infatti, aziende interessate ad investire sul territorio, vengono scoraggiate dalla lentezza del ministero competente che non si decide a rilasciare le autorizzazioni e, quindi, ad erogare i fondi”. 

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