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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Lecce-Milano, ritardo di ore e senza aria condizionata

Cinque ore di ritardo fra guasti continui con un caldo torrido. Poi la discesa a Termoli e le proteste. Storia di ordinaria follia sui treni italiani raccontata in presa diretta via mail da un lettore

Sarebbero dovuti arrivare a Milano alle 23. Ma tra un guasto tecnico ed un altro, l'Eurostar a singhiozzo partito dalla stazione centrale del capoluogo salentino ha raggiunto la Lombardia con cinque ore di ritardo. In tutto, 630 passeggeri ormai allo stremo. Circa la metà di loro, a Termoli, alla seconda, hanno abbandonato il convoglio-tortura e sono scesi in stazione protestando in modo vibrante. Mancava anche l'aria condizionata. Roba da suicidio, nell'afa di questi giorni. LeccePrima può testimoniare in presa diretta l'esasperazione dei passeggeri. Uno di loro, il signor F.B., 21enne di Roma, residente a Lecce, partito dal Salento ieri pomeriggio, ha comunicato via mail direttamente dal treno. Ecco il suo racconto dal treno Eurostar Italia N9418, con partenza prevista alle 13,35. "Dopo vari guasti avvenuti alla motrice, il treno è effettivamente partito dalla stazione di Lecce alle 15, con notevoli disagi per i passeggeri, tanto per il ritardo che sta via, via andando ad aumentare, quanto perché nelle carrozze non funziona il sistema di condizionamento dell'aria".

"In più, ai 37 gradi centigradi di oggi, va sommato il fatto che le carrozze sono piene di passeggeri di ritorno dalle vacanze, l'aria al suo interno pertanto risulta essere praticamente irrespirabile, simile a quella che si può godere all'interno di una fornace. Le ultime notizie dal treno - scriveva - dicono di una prevista discesa straordinaria a Termoli, dove il viaggio proseguirà (probabilmente di stazione in stazione?) per la ancora tanto lontana Milano. Sarebbe di grande gradimento per tutti i passeggeri che venisse fatta al più presto luce sulla questione, magari attraverso i mezzi di stampa come il vostro".

"Il treno è ancora fermo alla stazione di Termoli - scrive F.B. -, il sistema di condizionamento dell'aria funziona a momenti e ai passeggeri non è stata fatta più alcuna comunicazione sul prosieguo del viaggio. Inoltre le porte del treno sono bloccate per cui al momento non è possibile nemmeno scendere dalle carrozze". Quindi, la terza comunicazione. "Il treno, giunto alle 19 alla stazione di Termoli, è ripartito alle ore 21,30 dopo aver fatto più volte salire e scendere dal treno e aver fatto cambiare binario a tutti i passeggeri con comunicazioni tramite gli altoparlanti delle carrozze e della stazione, discordi tra loro, con direzione Pescara, per proseguire poi verso mete ignote non essendo stata comunicata nessuna variazione, se non quella che, appunto, il treno giungerà fino alla stazione del capoluogo abruzzese. Ho scoperto inoltre che, quello odierno, è l'ultimo viaggio che farà questo treno (ES 9418) prima di andare in pensione, ed essere molto probabilmente dismesso, a questo punto..."

Un vero disastro, che oggi fa tuonare Antonio Maniglio, presidente consiliare del Pd alla Regione Puglia. "Un mese fa le campagne foggiane, ieri la stazione di Termoli. I viaggiatori del Lecce-Milano debbono solo scegliere dove trascorrere un'ordinaria giornata di disagi e di aggressione ai più elementari diritti civili. Ed è davvero paradossale - aggiunge Maniglio - che tranquilli passeggeri, con un clima infuocato, debbano essere costretti a trasformasi in accesi manifestanti per reclamare il loro diritto a viaggiare. E allora non è un caso. Quando ogni settimana si ripetono episodi così gravi vuol dire che c'è un problema di qualità dei treni e che qui arrivano le motrici più scassate".

"Ripropongo la domanda che si fanno tutti i salentini: dove sono, cosa fanno e quali iniziative assumono i dirigenti delle ferrovie e del ministero dei Trasporti di fronte al ripetersi di simili "incidenti" nel Sud? La risposta sta nelle decisioni di questi giorni: via tutti gli Eurostar da Lecce e Taranto, meno collegamenti da Bari. Ecco perché i fatti di Termoli (e di Foggia), la riduzione dei collegamenti ferroviari e aerei, prefigurano la scelta consapevole di marginalizzare il Salento e la Puglia. Di fronte a questo progetto politico non si può rimanere inerti. Ecco perché - conclude Maniglio - nel rinnovare la richiesta di un Consiglio regionale specifico sul tema dei trasporti è utile verificare se, a tutela dei salentini e dei pugliesi maltrattati da Trenitalia, la Regione può sostenere la giusta battaglia delle associazioni dei consumatori e costituirsi parte civile nei confronti della società concessionaria delle ferrovie italiane."

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