rotate-mobile
Cronaca

Dalla faida di Scampia alla lotta alla mafia, il nuovo comandante si presenta al Salento

Il colonnello Nicodemo Macrì ha preso ufficialmente le redini del comando provinciale di Lecce. Nel suo passato annovera l'arresto del boss Di Lauro, la guerra ai casalesi e alla mafia siciliana. "Continuerò nel solco del comandante Ferla"

LECCE – Valori acquisiti in casa, per una strada quasi segnata nel codice genetico, e poi tante indagini di spessore nelle più delicate realtà italiane. Il colonnello Nicodemo Macrì arriva a reggere le redini del comando provinciale di Lecce dell’Arma, dopo aver girovagato per l’Italia. Prima, da piccolo, con il padre, carabiniere. Poi, avviatosi alla stessa carriera, ricoprendo diversi ruoli di comando. “Nella mia vita c’è stato molto Sud”, ha detto questa mattina, presentandosi alla stampa e, quindi, al territorio sul quale, da qui in avanti, dovrà vegliare. E il riferimento è stato alla sua Sicilia (è nativo di Gela), ma anche a Napoli, dove prima ancora s’era ritrovato a dover gestire sul campo la faida di Scampia. 

Sposato, due figlie, il colonnello Macrì si trova nel Salento per la prima volta nella sua vita. Ma, come detto, conosce bene le realtà meridionali. Comprese le più complesse. Mi sono trovato Palermo nel periodo caldo, da 1990 al 1994, quindi in quello delle indagini culminate con la cattura di Totò Riina, il capo dei capi”, ha ricordato, andando a ritroso nel tempo con i ricordi.

Proveniente dai corsi regolari dell’Accademia militare, dei vari incarichi s’era già scritto nei giorni scorsi: i comandi delle compagnie territoriali di Foligno e Bologna, il nucleo investigativo di Napoli. E poi, il comando del reparto operativo di Bologna e la guida del comando provinciale di Ragusa. Di recente ha frequentato il 27° corso di alta formazione in Roma. Come ultimo incarico, quello di capo dell’ufficio personale presso la Scuola ufficiali carabinieri della Capitale.

Oggi, però, ha voluto menzionare in prima persona le esperienze più salienti e formative, quelle che hanno forgiato carattere e segnato il percorso di vita. L’esperienza “particolare” del colonnello Macrì, usando le sue stesse parole, è stata quella a capo del nucleo investigativo di Napoli. “Un periodo strano – ha ricordato -, perché ho lavorato solo ed esclusivamente sulla criminalità organizzata, con competenza sulla città e diversi grossi comuni della provincia”. Ed è stato in quel lasso di tempo che, con i suoi uomini, ha “gestito la famosa faida di Scampia”. I risultati sono segnati nelle cronache del recente passato, culminando “nella cattura dei boss, nonché del capo indiscusso del clan Di Lauro, Paolo Di Lauro”.

Anche quando è stato destinato al Nord, però, la vita investigativa del colonnello Macrì s’è intrecciata inesorabilmente alle dinamiche criminali di stampo camorristico. Quasi un segno del destino. “Anche a Modena – ha detto -, abbiamo trovato infiltrazioni, nello specifico quelle del clan dei casalesi”. Risalgono a quel periodo “brillanti operazioni che hanno visto in campo noi, la Procura di Bologna e la Dda di Napoli”.

Poi, il ritorno nella natia Sicilia. “Per quattro anni ho retto il comando provinciale di Ragusa, terra bellissima, barocca proprio come Lecce”. Terra, però, “purtroppo toccata anche dalla criminalità organizzata”. Il riferimento è soprattutto alla cittadina di Vittoria. “Dava diversi problemi a livello criminale”, ha spiegato il colonnello Macrì. “Lì c’era il triangolo Gela-Niscemi-Vittoria, con clan in guerra fra loro”.

Poi, l’ultima esperienza, nella scuola ufficiali. “Il top per noi. Lì vengono formati gli ufficiali dei carabinieri che frequentano i tre anni di formazione e viene indicata anche la via, fra studi di giurisprudenza e indirizzi professionali ad hoc per il nostro mestiere”.

“Ora sono qui, in questa splendida provincia – ha proseguito-, dove ho già apprezzato il grande calore umano. E poi del Salento mi hanno parlato circa la laboriosità dei residenti e le bellezze naturali, anche se purtroppo ancora ho visto poco”. Il nuovo comandante s’è infatti insediato ufficialmente solo ieri.

“Insieme ai validissimi collaboratori della mia squadra e alle altre forze di polizia, sono sicuro che faremo bene, nella scia del mio predecessore e caro amico, il colonnello Maurizio Ferla. E’ in quel solco che voglio continuare a lavorare”, ha concluso.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Dalla faida di Scampia alla lotta alla mafia, il nuovo comandante si presenta al Salento

LeccePrima è in caricamento