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Cronaca

Dalla manifattura Tabacchi al nulla. La protesta solitaria degli operai Hds

Una manciata di operai, reduci dal piano di riconversione della manifattura Tabacchi, sono tornati a farsi sentire. Scaduta anche la mobilità, chiedono al prefetto il rispetto degli accordi. “Abbandonati da sindacati e istituzioni”

LECCE – Soli, sempre più soli i lavoratori dell’ex manifattura Tabacchi, assorbiti dall’azienda Hds. Ma prontamente licenziati, senza speranza alcuna. Così soli che questa mattina, di fronte alla prefettura di Lecce, a far compagnia ad una manciata di operai c’era solo uno striscione. E nemmeno l’ombra dei sindacati che, a detta dei manifestanti, “ormai non firmano più le richieste di manifestazione, visto che non risultiamo dipendenti di alcuna società”.

Da quando sono entrati in mobilità, per i 22 lavoratori la prospettiva di ricollocazione in un’altra delle due aziende coinvolte nel piano di riconversione industriale (Ip-Korus e Iacobucci), si è allontanata sempre di più.

E mentre per alcuni è scaduto anche il sussidio di mobilità, i più anziani continuano a usufruire di appena 400 euro al mese. Si sentono “vittime” di quel famoso accordo, firmato a Roma nel dicembre 2010 dai vertici della British American Tobacco (pronta a dichiarare il suo addio al territorio) e i sindacati. Di quell’accordo che mirava alla salvaguardia dei livelli occupazionali e sempre “zoppicante”, al punto di attirare infinite polemiche e malumori crescenti. Fino all’inevitabile silenzio.

Il sipario è quindi calato sulla sorte dei dipendenti Hds che, per un po’, hanno fantasticato circa la possibilità di rimettersi all’opera. La speranza si rinvigoriva man mano che l’azienda presentava i suoi tre piani industriali. Uno alla volta, puntualmente falliti. Il primo illustrava la possibilità di ingresso nel settore del turismo e di servizi. Il secondo parlava di flaconcini per il sapone da produrre e da destinare alle strutture alberghiere del territorio. Il terzo, invece, riguardava la pulizia e lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici. Nel gennaio 2012, a seguito del secondo fallimento del piano industriale, la stessa Hds avviò un nuovo ramo d'azienda: l'Hds Green Energy.

Il mese successivo, nel corso di un confronto presso la Provincia di Lecce, l'azienda Hds comunicò di aver acquisito un nuovo ventaglio di partner: Beghelli spa, Gsf Capital e Espe. La vicenda finì all’attenzione del ministro dello Sviluppo economico, in seguito all’interrogazione presentata da Teresa Bellanova che ricordò come la società Espe, “precisò però di non avere mai avuto rapporti contrattuali, né commesse aperte con Hds Green Energy” Successivamente, spiegava il deputato del Pd, anche il gruppo Beghelli avrebbe asserito di non aver  mai firmato alcun contratto.

Dal canto loro i lavoratori, reduci da questa odissea, non sembrano intenzionati a mollare la presa. Ed un Rsa di Cisal, Salvatore Mulino, oggi ha incontrato i vertici della prefettura per sollecitare l’ennesimo intervento nei confronti della multinazionale del tabacco. “I sindacati hanno inviato una lettera al direttore di Bat che in un primo momento ci garantì un incentivo all’esodo e poi ha ritrattato quelle dichiarazioni”, denuncia Mulino.

La richiesta è scontata: imporre il rispetto totale di quel famoso accordo di riconversione. E gli operai assicurano di non rompere il presidio fino a quando non otterranno una risposta convincente.

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