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Cronaca Leverano / Via Filippo Turati

Gesto sconcertante: strappato il volto di Giuseppe, morto a soli 16 anni

Incredulità a Leverano. Qualcuno nella notte ha ritagliato il viso da un commovente striscione che gli amici del giovane hanno affisso nel punto in cui si incontravano nel fine settimana. Il ragazzo è spirato a gennaio per una cardiopatia congenita, dopo cinque giorni di ricovero. Altri danni nelle vicinanze

LEVERANO – “Consapevoli che ovunque andremo non ci perderemo mai. Ti vogliamo bene. Ciao Giusè!” Sotto, una sfilza di nomi, quelli degli amici con cui era cresciuto. Il commovente ricordo di un gruppo di ragazzi è però da oggi sfregiato. Sconcertante e strano, molto strano, l’atto di vandalismo che s’è consumato nella notte. Difficile anche trovare una chiave di lettura.

Qualcuno, approfittando dell’oscurità e della mancata copertura di videocamere pubbliche (almeno in quel punto), ha avuto la pessima pensata di ritagliare il volto che accompagnava quello striscione di tela appeso alle inferriate della scuola materna di Leverano, in via Turati.  

A ben vedere, non è stato l'unico danno provocato in una sola notte da qualcuno che evidentemente non sapeva in quale altro modo trascorrere il tempo. Una vetro della vicina sala consiliare del Comune, infatti, è stata infranta con un sasso, alcuni pali sono stati divelti, e a farne le spese è stata anche la tara di un'auto posteggiata nei dintorni, che è stata smontata. 

Piccolo excursus storico. Giuseppe è il ragazzo leveranese che è venuto a mancare il 10 gennaio scorso, stroncato da una malattia che aveva dalla nascita. Tutto il Salento aveva fatto il tifo per lui, quando una sera di soli cinque giorni prima gli operatori della Croce rossa erano riusciti a strapparlo alla morte grazie a tre scariche di defibrillatore.

Un intervento tempestivo, che aveva fatto urlare al miracolo. Purtroppo, però, il destino di Giuseppe sembrava ormai segnato. Aveva una cardiopatia congenita e dopo un primo ricovero presso l’ospedale locale, il “San Giuseppe”, era stato trasferito al “Cardinale Panico” di Tricase. Tenuto costantemente sotto osservazione, nonostante tutti i tentativi dei medici, il suo giovane cuore alla fine aveva smesso di pulsare.

I genitori, pur nello sconforto del momento, avevano deciso di donare i suoi organi, affinché altre vite potessero rifiorire. Un gesto nobile, che Giuseppe stesso, ragazzo benvoluto da tutti, avrebbe sottoscritto.  

Non c’è mai nulla di così difficile da affrontare, per una famiglia e per gli amici, di una scomparsa tanto prematura. Specie i più giovani, si sa, si sentono emotivamente trascinati in un turbine di domande esistenziali davanti a tragedie che spezzano l’incantesimo dell’età e fanno diventate all’improvviso adulti.

Chi l’aveva conosciuto lo voleva accanto a sé, ancora e sempre. Per questo, nei giorni seguenti, la sua comitiva aveva realizzato quello striscione. L’affissione sul cancello della scuola materna, che aveva ben accettato di prestarsi a un gesto così spontaneo e delicato, non era stato certo casuale. Lì, il sabato e la domenica, quando liberi dagli impegni scolastici, Giuseppe e i suoi amici s’incontravano per la consueta passeggiata nella villa comunale, sognando insieme il futuro.   

Qualcuno, però, ha avuto la “pensata”, la notte scorsa, di strappare, forse ritagliando il telo con un taglierino, il volto del ragazzo e farlo sparire. Il danneggiamento più odioso della lunga serie già descritta, per il quale non è stata ancora sporta una denuncia formale presso la caserma dei carabinieri, sebbene i militari siano comunque stati avvisati ed abbiano svolto qualche doveroso accertamento. Purtroppo, però, proprio quel tratto non è sorvegliato da telecamere. Quindi, risalire all’autore materiale di un gesto inqualificabile sarà difficile.

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