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Cronaca

Londra: Rose, frise e amore

La stampa ha ricordato il giorno in cui la musica si incontrò, cinquant'anni fa, il 6 luglio 1957. Il giorno in cui Paul McCartney incontrò John Lennon

I giorni scorrono, si lasciano tatuare dagli eventi, grandi e piccoli. Tatuaggi, impressioni sulla pellicola della memoria. Il tempo scorre, non si fa agganciare facilmente, ma concede spesso capolavori.

Il capolavoro è quasi sempre generato da un'unione. Di cose, persone, dalla magia di un incontro, un fatto che arriva e cambia il corso delle cose. Londra ha avuto il suo bel da fare anche la scorsa settimana, come tutte le città del mondo. Come quelle grandi e imponenti Londra dispone però di un'eco gigantesca, il riverbero della sua voce si propaga e arriva alle orecchie lontane.

La stampa ha ricordato il giorno in cui la musica si incontrò, cinquant'anni fa, il 6 luglio 1957. Il giorno in cui Paul McCartney incontrò John Lennon, nel back stage del piccolo palco dove John si esibiva con "The Quarry Men", così si chiamava il principio dei Beatles. Paul provò una canzone con la chitarra al contrario del compagno con cui avrebbe cambiato per sempre il corso della musica, perché era mancino. Fu subito scocca di vero talento. E provarono, provarono le canzoni più ascoltate del mondo nella veranda della casa di Mimì, la zia con cui John Lennon viveva da quando la madre morì. A distanza di due anni anche Paul perse la madre, questo rese la loro amicizia ancora più forte. Amore e genio in un legame indistruttibile.

Pare che il tempo sia scandito dalla musica dei Beatles. Nel mondo, ma, naturalmente, l'eco si propaga da Londra, anche se i Beatles cominciarono a Liverpool, a proposito, l'aeroporto della città che si affaccia sul Mar d'Irlanda si chiama John Lennon Airport.

La stampa ha avuto di che gioire nei giorni scorsi, soprattutto quando ha dato la notizia della liberazione di Alan Johnston, il giornalista della Bbc rapito nella striscia di Gaza quasi quattro mesi prima. "Quando qualcuno ti porta via il bene più grande", ha detto, "quando non puoi più fare le cose più semplici come uscire per una passeggiata, o fare una telefonata ad un amico, solo allora comprendi il valore immenso della libertà".

Ancora giornate importanti.

Come il seven-seven-seven, il 7 luglio 2007, la giornata più fortunata del secolo e la giornata in cui si sono celebrati più matrimoni in assoulto nel mondo. Così il 7-7-7 è stato il giorno dedicato alle cure che la terra necessita con il Live Earth, il mega concerto organizzato da Al Gore in sette, neanche a dirlo, continenti. A Londra, allo Stadio di Wembley c'era anche Madonna.

In metro due amanti si passavano una bottiglia. Una normale bottiglia di plastica che un tempo conteneva coca cola. Dentro scorreva un liquido azzurrino, magari era cherosene. Scherzo, naturalmente, ma ad ogni sorso seguiva una smorfia, quella che viene per esempio quando si addenta un pezzo di limone. Lui era rosso come una sberla. A Londra è sicuramente lo sport più praticato, bere intendo. Ma a parte questi grandi eventi nominati, la cosa davvero straordinaria della settimana a Londra è accaduta sabato, nella giornata più fortunata del secolo. Il risveglio ha presentato subito tracce di presagio. Qualcosa filtrava dalle finestre. Quando sono andata a raccogliere le tende, e solo dopo aver dato la possibilità ai miei occhi di abituarsi a quel ritrovato stato di cose, ho capito veramente quello che era accaduto là fuori: dopo due settimane di cortina di nuvole fissa, su Londra, era tornato il sole. La pioggia aveva finito di cadere, le rose nei giardini ‘nquazzate rivolte al cielo sembrava dicessero: "ok, grazie davvero, perché namu nquazzate". Certo che le rose nei giardini inglesi che bisbigliano in leccese non si sono mai viste.

‘Nquazzate è in assoluto una delle mie parole preferite del dialetto leccese e poi ho il sospetto che sia collegata al corrispettivo "quench" inglese. ‘Nquazzate, per chi leggesse senza essere a conoscenza del dialetto leccese, significa aver bevuto più del necessario. Per fare un esempio si potrebbe dire "Maggiu ‘nquazzata te acqua". Ok, è chiaro, mi sono riempita d'acqua. Ma anche le piante esageratamente annaffiate si direbbero ‘nquazzate.

Ecco. In inglese per dire dissetare si dice quench. Si potrebbe azzardare una fratellanza di radici.

A proposito di radici. Qualche giorno fa mi stavo preparando uno spuntino. Durante le operazioni una donna inglese particolarmente incuriosita mi guarda e fa: "That's interesting! Sorry, what are you doing?". Interessante, scusa cosa stai facendo? Guarda questa è una specialità della mia città. Vedi è una specie di pane secco, si immerge per qualche istante nell'acqua. Poi si tagliano dei pomodori. Ci metti il sale, l'olio l'origano e se vuoi altro. "Sorry, what's its name?". Come si chiama? Si chiama "Frisa"! oh, Frwisa!

Naturalmente ha voluto provarne un pezzo.

E giusto perché di eventi non ce n'erano abbastanza, Londra è stata anche la prima tappa del Tour De France 2007, mai era accaduto che il giro in bici più importante del mondo partisse da qui. Sabato scorso la città era stracolma di persone da non poter fare un passo. La Francia ha cosparso di petali di rose le vie inglesi, una via in rosa per gli amanti del ciclismo. Così il profumo della Francia aleggiava grazie anche al film biografico nelle sale della città dedicato alla vita di Edith Piaf, una delle cantanti parigine più amate, "La vie en rose" appunto è una delle sue canzoni più celebri.
https://www.youtube.com/watch?v=2-sUzR71wpQ&mode=related&search=

L'amante prepara la via ricoperta di petali di rose. Da una porta all'altra coriandoli di velluto appena strappati dai boccioli rossi.
C'erano i film di giorno. Ed erano una festa i settembre degli anni 70, insieme alla Fiera del Levante. Dalla televisione passavano sogni in bianco e nero, i dialoghi erano doppiati da attori tenebrosi.

Che cosa insegneresti ad un bambino? L'amore, rispose la cantante. E che cosa conta nella vita? L'amore, rispose ancora la cantante. Davanti al mare. Gli occhi a ricordare i capolavori di certe unioni, di certi incontri, ed i disastri, anche.
Dei crateri interiori che attendono di essere ricolmi può solo l'amore, ma non quello mai ricevuto, quello è perso per sempre, "Non je ne regrette rien", lasciamo perdere i rimpianti. La via è rosa.

Ricordo un libro che ho letto e recensito nei mesi scorsi su LeccePrima, "La tana del polpo", è di un autore leccese, parlava dei crediti d'amore, quelli che uno disperatamente cerca di farsi liquidare in qualche modo senza riuscirci. Ricordo la soluzione proposta dall'autore, Robertino Valentini, la soluzione è la rinuncia. Lassa perdere, si direbbe a Lecce. Lassa perdere. L'amore sta davanti. Un abbraccio a Marilisa di Bari che legge da Londra.

Buona settimana su una via di petali di rose.

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