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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Lui è accusato di abusi nei riguardi della figlia, lei di averli filmati: la giudice nega il patteggiamento

Respinte le istanze avanzate dal padre, a tre anni e mezzo, e dalla convivente a sei mesi di reclusione. Il primo è accusato di violenza sessuale, maltrattamenti e “revenge porn”

LECCE - Ha provato a chiudere il suo conto con la giustizia, l’uomo accusato di aver abusato della figlia per anni. E, una delle prove della sua colpevolezza sarebbe finita in un video ripreso con lo smartphone proprio dalla donna con cui lo stesso aveva una relazione. E’ di tre anni e mezzo la pena che questo padre (di cui omettiamo le generalità per tutelare la privacy della vittima) ha provato invano a patteggiare in mattinata con la giudice Simona Panzera. L’istanza aveva ottenuto l’approvazione del pubblico ministero Luigi Mastroniani che aveva condiviso la tesi difensiva secondo cui il reato di violenza sessuale potesse essere riqualificato in quello di relazione incestuosa.

Oltre a questo reato, l’uomo risponde anche di maltrattamenti e “revenge porn”, accusa mossa anche nei riguardi della matrigna, che avrebbe inviato il video al fidanzato della ragazza. Anche questa, che aveva avanzato la richiesta di patteggiamento a sei mesi di reclusione, col beneficio della pena sospesa, ha incassato il no della giudice.

Dopo la decisione, è stata fissata al 14 dicembre la prossima udienza preliminare, davanti alla gup Laura Liguori, durante la quale gli imputati potranno avanzare una nuova istanza di patteggiamento o di giudizio abbreviato.

La presunta vittima di abusi, intanto, si è costituita parte civile.

Fu proprio in seguito alla sua denuncia sporta nel commissariato di Gallipoli, dove si recò accompagnata dal fidanzato, che presero il via le indagini sfociate nella perquisizione in casa della coppia, al termine della quale furono sequestrati telefonini e apparecchi informatici, il cui contenuto passò ai raggi x del consulente della Procura Silverio Greco.

Secondo l’accusa, le molestie si sarebbero verificate sin dal momento in cui la giovane andò a vivere col padre e la sua compagna e sarebbero durate fino al gennaio di quest’anno.

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