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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca Gallipoli

Minacce a sindaco e consigliere, inflitti nove mesi di reclusione

Si è chiuso ieri il processo al 48enne gallipolino accusato di aver intimidito gli amministratori Stefano Minerva e Giancarlo Padovano, il 14 maggio del 2022, dai quali, secondo gli inquirenti, avrebbe preteso una casa popolare

GALLIPOLI - E’ stato condannato a nove mesi di reclusione Stefano Della Rocca, il 48enne gallipolino che, il 14 maggio del 2022, minacciò di morte il sindaco di Gallipoli e presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva e il consigliere comunale Giancarlo Padovano, dai quali, secondo l’accusa, avrebbe preteso l’assegnazione di una casa popolare.

La sentenza è stata emessa ieri sera dalla giudice del tribunale di Lecce Chiara Panico, che ha riqualificato l’originaria contestazione di violenza o minaccia a un corpo politico in quella di violenza o minaccia a pubblico ufficiale, a fronte di una richiesta a due anni avanzata dalla pubblica accusa.

Non appena saranno depositate le motivazioni (entro novanta giorni), l’avvocato difensore Carlo Gervasi che nel processo aveva sostenuto che il reato attribuibile al suo assistito fosse di oltraggio a un corpo politico, valuterà il ricorso in appello.

Per questa vicenda, Della Rocca finì in carcere e, dopo quattro giorni, la misura fu alleggerita dalla giudice Alessandra Sermarini che lo interrogò, con quella del divieto di avvicinamento alle persone offese.

Durante l’interrogatorio, l’uomo dichiarò di aver incontrato il primo cittadino in tre occasioni e di aver perso la ragione solo l’ultima volta, anche alla presenza del consigliere, perché era sotto l’effetto di alcol.

A suo dire, non avrebbe minacciato di morte nessuno ma solo rivolto espressioni offensive e volgari, quando alla richiesta di un lavoro (non di un alloggio come sostengono i malcapitati), Minerva gli avrebbe risposto di chiederlo alle persone che avevano avuto il suo voto alle ultime amministrative.

Della Rocca raccontò inoltre alla giudice di vivere una condizione di profondo disagio economico, non riuscendo a trovare un’occupazione a causa dei suoi precedenti penali e durante il processo ha chiesto scusa ai due politici, anche questi ascoltati a dibattimento.

Stando alla ricostruzione degli agenti, il giorno dell’arresto, l'indagato avrebbe telefonato ripetutamente ai malcapitati, annunciando azioni sconsiderate se non gli avessero fornito un alloggio. Minerva, temendo per la sua incolumità aveva informato dell'accaduto la polizia, considerato che il 47enne, nell’ultima chiamata, aveva avvertito del suo arrivo imminente presso la sede del Comune. E' così è stato. Intorno alle 15, Della Rocca, in compagnia di un altro uomo, si sarebbe presentato nel Palazzo, dove all'ingresso c'erano già i poliziotti. Questi avrebbero cercato di tranquillizzarlo spiegandogli che gli amministratori l'avrebbero ricevuto in loro presenza.

Durante l'incontro, però, dopo un breve scambio di battute, dai toni pacifici, la situazione sarebbe nuovamente degenerata e l'uomo avrebbe nuovamente offeso e minacciato di morte gli interlocutori tanto che, su disposizione del magistrato di turno, finì in carcere, dove, dopo aver ottenuto la libertà, è ritornato per scontare una condanna divenuta definitiva nell’ambito di un altro procedimento.

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