Molestie a bimbo, 10 anni all'anziano sarto di Parabita
Tre anni in più rispetto anche alla madre del bambino, che tentò di ucciderlo, ferendo a morte la moglie di Luigi Compagnone. Il pm aveva richiesto una condanna ad 8 anni, i giudici sono andati oltre
Redazione
22 gennaio 2010 13:24
LECCE - Quegli abusi ci sono stati, le sue mani si sono poggiate addosso a quel piccolo corpo innocente: ne sono convinti i giudici della seconda sezione penale (presidente Silvio Piccinno, a latere Michele Toriello e Giuseppe Biondi) che hanno condannato a dieci anni di reclusione Luigi Compagnone, il sarto 82enne di Parabita accusato di aver molestato un bambino di sette anni che andava a fare ripetizioni presso la sua abitazione di via dei Mille, ribattezzata la "casa degli orrori".
Oltre ai terribili abusi, in quella casa si consumò l'omicidio della moglie di Compagnone, Iolanda Provenzano, uccisa dalla madre della piccola vittima, che si scagliò contro i coniugi accecata dalla rabbia per quello che avrebbe subito la sua creatura. Per quelle coltellate mortali, la donna è già stata condannata a sette anni di reclusione con rito abbreviato, ben tre anni di meno rispetto alla pena comminata all'anziano. Il pubblico ministero Angela Rotondano, durante la sua requisitoria, aveva invocato otto anni di reclusione, ma i giudici sono andati ben oltre le richieste dell'accusa, emettendo una sentenza durissima. Che non lascia dubbi sulla colpevolezza di Compagnone, il quale però si è sempre proclamato innocente. Una pena maggiore per lui, rispetto alla madre accusata di omicidio.
Vero è che lei aveva scelto il rito abbreviato e le era stata riconosciuta l'attenuante della provocazione, ma questo è un dato che fa riflettere. Esprimono soddisfazione, seppur moderata data la tristezza delle circostanze sulle quali si è dibattuto nel processo, i difensori dei genitori della piccola vittima, gli avvocati Luigi Corvaglia e Francesca Conte. In favore dei due coniugi è stata disposta una provvisionale immediatamente esecutiva di 30mila euro. I legali fanno sapere intanto che a giorni depositeranno ricorso per Cassazione avverso la sentenza emessa dalla Corte d'Appello con la quale si confermava la condanna a sette anni di reclusione per la madre del piccolo. Luigi Compagnone era difeso dall'avvocato Pasquale Corleto.
Oltre ai terribili abusi, in quella casa si consumò l'omicidio della moglie di Compagnone, Iolanda Provenzano, uccisa dalla madre della piccola vittima, che si scagliò contro i coniugi accecata dalla rabbia per quello che avrebbe subito la sua creatura. Per quelle coltellate mortali, la donna è già stata condannata a sette anni di reclusione con rito abbreviato, ben tre anni di meno rispetto alla pena comminata all'anziano. Il pubblico ministero Angela Rotondano, durante la sua requisitoria, aveva invocato otto anni di reclusione, ma i giudici sono andati ben oltre le richieste dell'accusa, emettendo una sentenza durissima. Che non lascia dubbi sulla colpevolezza di Compagnone, il quale però si è sempre proclamato innocente. Una pena maggiore per lui, rispetto alla madre accusata di omicidio.
Vero è che lei aveva scelto il rito abbreviato e le era stata riconosciuta l'attenuante della provocazione, ma questo è un dato che fa riflettere. Esprimono soddisfazione, seppur moderata data la tristezza delle circostanze sulle quali si è dibattuto nel processo, i difensori dei genitori della piccola vittima, gli avvocati Luigi Corvaglia e Francesca Conte. In favore dei due coniugi è stata disposta una provvisionale immediatamente esecutiva di 30mila euro. I legali fanno sapere intanto che a giorni depositeranno ricorso per Cassazione avverso la sentenza emessa dalla Corte d'Appello con la quale si confermava la condanna a sette anni di reclusione per la madre del piccolo. Luigi Compagnone era difeso dall'avvocato Pasquale Corleto.
Redazione
22 gennaio 2010 13:24
