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Cronaca

Morte Benincasa, Asl come responsabile civile. In cinque rischiano il processo

Si è aperta oggi l'udienza preliminare legata alla morte di Carlo Benincasa, figura storica della sinistra salentina. In cinque rischiano di finire a giudizio: un medico, due infermieri e altrettanti operatori di soccorso. Il gup Stefano Sernia ha disposto la citazione dell’Asl di Lecce come responsabile civile

LECCE – Dopo una lunga battaglia legale, due richieste di archiviazione formulata dalla procura di Lecce e altrettante opposizioni presentate dai legali della famiglia, la vicenda giudiziaria relativa alla morte di Carlo Benincasa, figura storica della sinistra salentina e consigliere comunale del Partito democratico, scomparso il 19 aprile 2011, è approdata all’udienza preliminare. A marzo, infatti, il gip del Tribunale di Lecce Vincenzo Brancato aveva disposto l’imputazione coatta per cinque persone con l’ipotesi di reato di omicidio colposo. Si tratta, in particolare, di un medico, due infermieri e altrettanti operatori di soccorso. Oggi il gup Stefano Sernia, dinanzi cui l’inchiesta è approdata, ha disposto la citazione dell’Asl di Lecce come responsabile civile. L’udienza è stata aggiornata al primo marzo.

Secondo quando denunciato dalla moglie e dal figlio del politico, i soccorsi sarebbero arrivati presso l'abitazione dove Benincasa era stato colto da malore con alcuni minuti di ritardo rispetto a quanto previsto dalla legge: otto minuti per i centri urbani. Non solo vi sarebbero stati ritardi nell'arrivo dell'ambulanza del 118, ma anche un errato trattamento di primo intervento praticato dai sanitari. Una tesi sostenuta nelle due opposizioni alla richiesta di archiviazione del pubblico ministero presentate dai legali della famiglia Benincasa, gli avvocati Stefano Prontera e Paolo Pepe, che si sono costituiti parte civile.

Per i legali, che si sono avvalsi anche il parere di un consulente di parte, il dottor Perrone, vi sarebbero stati “profili di negligenza, imprudenza e imperizia nell'assistenza prestata dai sanitari del 118, con l'attivazione di procedure nocive per Carlo Benincasa, tali da determinare un collasso delle condizioni dello stesso”. In sintesi, secondo quanto evidenziato nell’atto di opposizione, vi sarebbero stati ritardi nell'intervento dei sanitari e negligenze degli stessi, che avrebbero accelerato un decesso che, con ogni probabilità, poteva essere evitato.

Ipotesi e accuse respinte dai legali degli imputati, assistiti dagli avvocati Massimiliano Petrachi, Anna Maria Ciardo e Giuseppe De Luca

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