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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca Otranto

Mosaico, arriva la risposta ufficiale della diocesi

In una lettera del vicario generale di Otranto le chiarificazioni della diocesi in merito alle problematiche dell'opera di Pantaleone. Il dibattito sollecitato dalle due inchieste di LeccePrima

Il 4 dicembre scorso, dopo un lungo dibattito che tutt'oggi sussiste in merito agli articoli pubblicati sulla precaria manutenzione del mosaico di Otranto, la redazione di Lecce Prima ha indirizzato una lettera e-mail, inviata congiuntamente al vescovo di Otranto e al vicario generale diocesano, mons. Quintino Gianfreda. Erano stati i lettori stessi a chiedere costantemente un chiarimento da parte dell'istituzione ecclesiale locale su una vicenda che ha colpito largamente la loro sensibilità, per il valore culturale ed affettivo dell'opera di Pantaleone. Oggi, quel chiarimento ufficiale è arrivato, affidato ad una lettera e-mail (il cui testo integrale è consultabile nell'allegato), a firma appunto di mons. Quintino Gianfreda, destinata al direttore di Lecce Prima.

Una risposta cortese, che ha sottolineato come la diocesi di Otranto abbia seguito quanto fin qui pubblicato dal quotidiano on line, in merito allo stato del mosaico pavimentale della cattedrale, ma che ha voluto partire con un'osservazione preliminare: "Volendo il suo quotidiano - scrive don Quintino - portare alla pubblica attenzione un argomento di tanto rilievo storico - artistico, noto a tutti per essere un unicum, ci si sarebbe aspettato che la richiesta informativa odierna avesse preceduto la stesura degli articoli. Il lettore sarebbe stato informato sullo stato reale del bene artistico e, congiuntamente, su quanto l'arcidiocesi va da tempo operando per la tutela e salvaguardia del singolare vetusto manufatto". Il vicario ha, quindi, voluto riassumere i molti interventi eseguiti, in costante dialogo e fattiva collaborazione con le istituzioni civili competenti, che mi permetto riassumere: dal restauro di entrambe le cappelle laterali, a quello del cassettonato ligneo settecentesco della zona presbiterale e della navata centrale, dal restauro della superfici lapidee esterne e dei plafoni lignei della navate laterali al restauro della torre campanaria.

Monsignor Gianfreda fa sapere che si attende il finanziamento per un altro progetto esecutivo, che riguarda la Cripta della Cattedrale per l'eliminazione dell'umidità ascendente. Sullo stato di manutenzione e di conservazione dell'intero mosaico pavimentale, l'arcidiocesi si dice "costantemente e responsabilmente vigile ed attenta". Scrive, infatti, il vicario: "Da tempo (oltre un anno) intercorrono specifici contatti e corrispondenza tra l'Arcidiocesi e la Soprintendenza Regionale per i Beni culturali e paesaggistici della Puglia che, a seguito di diversi sopralluoghi ed indagini, con altri responsabili del settore, ha in esame un avanzato apposito studio in merito ad <>". Un progetto che sarebbe in cantiere, in attesa di definire con la Direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici della Puglia di Bari e con il Ministero per i Beni e le Attività culturali; "l'auspicato necessario intervento- aggiunge monsignor Gianfreda - nel pieno rispetto del prezioso pavimento, dovrà conciliare le esigenze della funzione originaria della cattedrale quale chiesa madre dell'arcidiocesi e quelle di una regolata fruizione del bene artistico".

A questo punto, s'impone qualche considerazione successiva: la risposta della diocesi di Otranto non può che essere riletta con favore, visto che qualifica una sensibilità che coincide con lo spirito degli articoli pubblicati su questo quotidiano on line. È tra l'altro legittima la premessa che il vicario diocesano ha posto all'inizio delle sue valide argomentazioni: si può ovviamente criticare il modo, ma proprio in virtù di questo, l'argomento può essere capovolto; e se Lecce Prima è mancata in una richiesta informativa previa alla pubblicazione degli articoli, la diocesi (che come si evince dalla lettera, ha seguito costantemente il dibattito su queste pagine) è ugualmente mancata nel non essere subito intervenuta, chiedendo di poter dire la propria come democraticamente succede con ogni altra istituzione. Del resto, in molti lo paventavano. Lo si ribadisce con garbo e senza alcun accento polemico. Nello specifico del problema del mosaico, le argomentazioni di monsignor Gianfreda non possono che far piacere, perché innanzitutto confermano che la questione del mosaico esiste e che da circa un anno si sussegue una corrispondenza con la Sopraintendenza, per ricercare soluzioni condivise. Se, dunque, LeccePrima, con la sua mini inchiesta, sta contribuendo a sollecitare ulteriormente gli enti preposti ad un rapido intervento, questo non può che essere positivo. Le istituzioni del resto se si prendono cura di un bene, fanno solo il proprio dovere. Se c'è un'attenzione in più, non è certo un male, né un voler essere contro nessuno. Anzi, è fin troppo evidente che gli obiettivi siano comuni e che alla diocesi di Otranto, come a questo giornale e ai suoi lettori stia a cuore quel meraviglioso capolavoro in immagini che è l'Albero della vita. Si può divergere sulla forma, ma la sostanza è palesemente condivisa.

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