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Cronaca

Multe annullate e pass Ztl in periodo elettorale: sequestri e perquisizioni

I finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria, coordinati dalla Procura di Lecce, hanno bussato alle porte di sei indagati, fra i quali l’ex assessore Pasqualini e l’ex consigliere Finamore. Controlli in abitazioni, uffici ed autovetture

LECCE – Una serie di perquisizioni e sequestri a carico di sei indagati, eseguita dalla guardia di finanza nelle ultime ore, scuote nuovamente la città sul fronte giudiziario. Il terremoto, questa volta, riguarderebbe delle multe eliminate in cambio di voti nel a partire dal 2012. I militari delle fiamme gialle hanno effettuato ispezioni e sequestrato materiale utile all’attività investigativa sia in casa di alcuni personaggi pubblici, sia all’interno degli uffici della polizia locale leccese. Documenti, autovetture, portatili e computer sono stati setacciati dagli uomini del Nucleo di polizia economico-finanziaria alla ricerca di indizi determinanti per fare chiarezza sull’intera vicenda.

I finanzieri hanno bussato alla porta di Luca Pasqualini, 48enne ex assessore al Traffico e mobilità di Palazzo Carafa durante la Giunta Perrone; Luisa Fracasso, vigilessa 45enne; Antonio Finamore, 63enne ex capogruppo di PrimaLecce durante la prima amministrazione Salvemini e titolare di un’agenzia di pratiche automobilistiche; Loredana Valletta, 53enne; Francesca Vallone, 61enne funzionaria presso l’Ufficio traffico e Gianluca Lo Basso, 46enne dipendente sanitario. Tutti e sei sono residenti nel capoluogo salentino.  Sotto la lente di ingrandimento dei pubblici ministeri titolari dell’indagine, Roberta Licci e Massimiliano Carducci, alcuni presunti meccanismi illeciti sulla gestione dell’Ufficio verbali del comando di viale Rossini, dell’Ufficio ricorsi al Giudice di pace dello stesso comando di polizia locale e, infine, di quello Traffico e mobilità del municipio leccese. Le presunte condotte illecite degli indagati sarebbero cominciate dal 2012, anche quello anno di elezioni comunali, protraendosi anche negli anni successivi.

Attraverso una concordata e continuata violazione degli obblighi di ufficio e del regolamento del codice stradale – questa l’accusa- gli indagati avrebbero, a vario titolo, favorito l’accesso a delle zone a traffico limitato della città utilizzando delle informazioni false. Avrebbero inoltre prodotto pass estendendo i termini di validità temporanei. E non solo. Si cerca di fare luce anche sul ruolo di chi avrebbe dovuto difendere gli interessi dell’ente comunale e, invece, si sarebbe ritrovato a occultare o sopprimere le infrazioni al Codice della strada compiute da alcuni cittadini che, in cambio, si sarebbero impegnati a sostenere alcune candidature nella corsa a Palazzo Carafa. Tra le accuse anche quella di aver sottratto dalle casse della pubblica amministrazione di denaro incassato per le multe, attraverso l’annullamento di quei verbali e l’utilizzo dei dispositivi (come stampanti e computer) degli uffici pubblici per redigere la documentazione da presentare come ricorso.

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