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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca Vernole

Nasce ad Acquarica l'Ecomuseo dei paesaggi di pietra

Verrà inaugurato sabato 11 dicembre 2010 l'"Ecomuseo dei Paesaggi di Pietra" di Acquarica (Vernole), che nasce intorno al progetto di indagini archeologiche svolte dall'Università del Salento

VERNOLE - Verrà inaugurato sabato 11 dicembre l'"Ecomuseo dei Paesaggi di Pietra" di Acquarica di Lecce (Vernole), che nasce intorno al progetto di indagini archeologiche svolte dall'Università del Salento a partire dal 1996 in località Pozzo Seccato.

Il programma della giornata prevede, alle ore 9.30, un incontro presso il Castello di Acaya dal titolo "Raccontare il paesaggio". Dopo i saluti del sindaco di Vernole Mario Mangione, del Presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone, del sindaco di Lecce Paolo Perrone, del Rettore dell'Università del Salento Domenico Laforgia e di Teresa Cinquantaquattro, Soprintendente per i Beni Archeologici della Puglia, interverranno il professor Francesco D'Andria dell'Università del Salento e l'assessore all'Assetto del Territorio della Regione Puglia Angela Barbanente. Alle 11.30 è prevista una visita al Laboratorio dell'Ecomuseo e alla fattoria messapica di Pozzo Seccato, ad Acquarica di Lecce.

L'Ecomuseo dei Paesaggi di Pietra
L'Ecomuseo dei Paesaggi di Pietra di Acquarica di Lecce nasce intorno al progetto di indagini archeologiche svolte dall'Università del Salento a partire dal 1996 in località Pozzo Seccato. Qui è stata messa in luce una vera e propria masseria fortificata risalente alla fine del IV secolo avanti Cristo, completamente circondata da un grande muro di fortificazione, largo poco meno di quattro metri, in pietre a secco, foderato all'esterno da una cortina di grandi blocchi di calcare squadrati.

All'interno è stato portato alla luce un edificio residenziale con ambienti dedicati alla vita quotidiana (sala per il ricevimento degli ospiti, cucina, dispensa e altro), e altri vani per le produzioni artigianali. Nella parte centrale, l'edificio era provvisto di una torre a due piani che permetteva di osservare il territorio circostante fino al mare, lontano meno di cinque chilometri. Un altro grande vano lungo 16 metri e largo circa otto doveva avere la funzione di granaio per la conservazione delle derrate agricole prodotte nei campi circostanti.

Le più recenti indagini, condotte dall'équipe dell'Università del Salento diretta dal professor Francesco D'Andria, hanno permesso di mettere in luce anche il lato meridionale della fortificazione, che prima non era conosciuto. L'insediamento si presenta quindi con una pianta quasi quadrata (lati di metri 72 x 65) e copre una superficie di poco inferiore a 1,5 ettari. Il completamento dei lavori permette oggi la fruizione dell'area archeologica da parte del pubblico, con l'allestimento di un percorso di visita corredato da pannelli esplicativi. L'insediamento antico è immerso in un paesaggio rurale che conserva ancora integri i suoi caratteri originali: muri a secco, pagghiare, aie, uliveti, strittule, che formano il tessuto in cui la comunità locale ha vissuto fino a pochi decenni addietro. Su tutto domina la pietra che emerge dal terreno sotto forma di roccia affiorante, e che il paziente lavoro di generazioni e generazioni di contadini ha regolarizzato fino a formare un disegno che pervade ogni angolo di territorio.

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