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Cronaca Porto Cesareo

Nessun abuso per il lido del Conte, assolti tutti gli imputati

Emesso il verdetto nel processo nato dall'inchiesta sui presunti illeciti commessi per la realizzazione dello stabilimento balneare a Porto Cesareo. Per la Procura, la concessione demaniale era illegittima, ma per il giudice "il fatto non sussiste"

PORTO CESAREO - Tutti assolti nel processo sui presunti abusi nel lido del Conte, a Porto Cesareo, in merito al rilascio delle nuove concessioni in rapporto alle prescrizioni del Piano paesaggistico territoriale della Regione Puglia e alla normativa in materia di procedure di evidenza pubblica.

Il giudice della seconda sezione penale del tribunale di Lecce Annalisa De Benedictis ha assolto il dirigente dell’ufficio tecnico comunale Paolo Stefanelli, il dirigente dell’area marina protetta Paolo D’Ambrosio e il dirigente della riserva naturale orientata Tarcisio Basile con la formula “perché il fatto non sussiste” dalla imputazione di violazione del codice della navigazione, e della normativa urbanistica edilizia, nonché dalla contestazione di distruzione delle bellezze naturali. Si tratta dei reati che erano stati contestati dalla Procura con riferimento alla concessione demaniale marittima e agli altri titoli rilasciati nel 2016 attraverso i quali era realizzato lo stabilimento balenare.

Il processo si è concluso con un’assoluzione anche nei riguardi dell’assessore al demanio, dei titolari dello stabilimento e del progettista.

Erano finiti al banco degli imputati perché gli inquirenti ritenevano illegittimo il permesso, in quanto rilasciato su un’area classificata dal piano paesaggistico della Regione Puglia come zona di rispetto della macchia mediterranea e del cordone dunale per la quale vi sarebbe un divieto di insediamento di nuove strutture balneari, e anche perché rilasciato senza una gara pubblica.

La vicenda aveva già avuto risonanza subito dopo il sequestro dello stabilimento eseguito dai Carabinieri della stazione di Campi Salentina, allorquando gli uffici regionali erano stati investiti dal Comune di Porto Cesareo di una richiesta di chiarimento in ordine alla corretta applicazione delle disposizioni della legge regionale (la numero 17 del 2015) che individuano i vincoli ostativi al rilascio delle nuove concessioni demaniali ed, in risposta, avevano adottato una circolare destinata a tutti i comuni costieri. A tale circolare aveva fatto seguito una legge di interpretazione autentica.

Durante, il dibattimento l’avvocato Antonio Quinto ha dimostrato come i funzionari comunali abbiano fatto corretta e doverosa applicazione di tali principi che erano già desumibili dall’ordinamento regionale prima ancora dell’intervento chiarificatore del legislatore, dovendosi considerare solo il piano comunale lo strumento destinato a dettare i criteri anche sotto il profilo ambientale.

La difesa aveva inoltre evidenziato come nessun reato possa essere ipotizzato con riferimento al mancato espletamento della gara pubblica, atteso che la procedura di pubblicazione della domanda all’albo pretorio fissata dal codice della navigazione aveva comunque garantito nella fattispecie una adeguata forma di confronto concorrenziale.

Il giudice ha dunque condiviso le tesi dei difensori degli imputati (gli avvocati Antonio Quinto per conto dei tecnici comunali, Luigi Covella e Pietro Nicolardi per il progettista, Italo Foggetti per l’assessore De Monte, Dario Vitale, Giuseppe Gaglione e Giuseppe Romano per i proprietari) pronunciando un verdetto di assoluzione con formula piena.

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