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Lunedì, 29 Aprile 2024
L’intervento alle prime luci dell’alba / Porto Cesareo

Oltre 40 chili di oloturie prelevate nell’area marina: denunciato un pescatore

Un 57enne gallipolino è stato fermato dai militari della guardia costiera nel parco marino di Porto Cesareo: dai fondali aveva recuperato 42 chili dei famosi cetrioli di mare che sono ormai una specie protetta. Sul mercato extraeuropeo possono fruttare diverse migliaia di euro

PORTO CESAREO – Natale amaro per un pescatore sportivo gallipolino che nella mattinata di oggi si era spinto verso le zone costiere ricadenti nell’area marina protetta di Porto Cesareo ed è stato “pizzicato” dagli uomini della guardia costiera dopo avere prelevato dai fondali 42 chili di oloturie.

Trattandosi di un illecito di natura penale, essendo che dal 2018 la pesca dei famosi “cetrioli di mare” è ormai vietate e per lo più all’interno della riserva protetta,  il pescatore, un 57enne di Gallipoli, è stato denunciato all’autorità giudiziaria. La procura ha avallato l’operato degli uomini della guardia costiera gallipolina, autorizzando il sequestro ed il rigetto in mare, visto lo stato vitale dei preziosi “spazzini del mare”.

Chiamate volgarmente “cetrioli di mare”, le oloturie sono delle specie essenziali per la salvaguardia della biodiversità, dato che il loro ruolo è quello di pulire i fondali, nutrendosi delle particelle organiche del fango. Per questo, come detto, ormai da quattro anni ne è vietata la pesca.

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Essendo considerate una prelibatezza, le oloturie sono ricercate soprattutto sui mercati extra-europei, nonostante la sua assunzione come alimento possa essere addirittura nociva per l'organismo umano. Il loro valore oscilla sui cento euro al chilo, ma le qualità più pregiate sono vendute anche a tremila euro al chilo, principalmente in Cina.

Pertanto la tempestività dell’intervento dei militari della capitaneria di porto e dell’ufficio locale marittimo ha evitato l’illecito giro d’affari, dell’ordine delle decine di migliaia di euro: la vendita avrebbe infatti comportato un potenziale profitto, ovviamente illecito, sino a centoventimila euro.  Sventato anche  l’inquinamento dell’ecosistema marino che ne sarebbe evidentemente derivato, ancor più grave poiché consumato all’interno dell’area marina protetta di Porto Cesareo.

L’intervento odierno segue di poche ore il sequestro di oltre 200 chili di prodotto ittico privo di qualsivoglia informazione utile ai fini della tracciabilità e rientra nell’ambito dell’operazione complessa nazionale denominata “Senza traccia” per il contrasto alle attività illecite legate alla filiera della pesca. I militari della capitaneria di porto di Gallipoli, diretti dal comandante Pasquale Vitiello, stanno eseguito numerose attività di contrasto alla pesca di frodo ed alla vendita illecita di prodotto ittico derivante dalla pesca sportiva in varie zone della provincia.

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