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Cronaca Ugento

Ottiene il reddito di cittadinanza, senza dichiarare una condanna: a processo un ex commercialista

Un 49enne di Ugento è stato rinviato a giudizio per aver omesso di indicare all’Inps che due anni prima aveva patteggiato tre anni e mezzo di reclusione per truffa ai danni dello stesso Istituto

UGENTO - Nella richiesta inoltrata all’Inps, finalizzata ad ottenere il reddito di cittadinanza, aveva omesso di indicare una condanna per truffa rimediata due anni prima e nel frattempo diventata definitiva. Per questa ragione l’ex commercialista Nicola Ozza, 49enne di Ugento, tornerà al banco degli imputati. Lo ha deciso il giudice Michele Toriello al termine dell’udienza preliminare che si è tenuta nei giorni scorsi per discutere la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura.

Stando a quanto emerso dagli accertamenti svolti dagli inquirenti, nell’ottobre del 2020, Ozza avrebbe attestato nella dichiarazione sostitutiva unica di essere in possesso dei requisiti per ottenere l’aiuto da parte dello Stato, tralasciando il fatto di essere stato destinatario di una sentenza di condanna divenuta irrevocabile il 12 novembre del 2019 ed intervenuta quindi nei dieci anni precedenti la richiesta.

In particolare, il 19 febbraio di quello stesso anno, il 49enne (attraverso l’avvocato Biagio Palamà) patteggiò tre anni e mezzo di reclusione con il giudice Edoardo D’Ambrosio, perché accusato di aver gestito assunzioni fittizie per beneficiare, insieme ai lavoratori, delle successive indennità di disoccupazione.

Oltre a lui, nell’inchiesta condotta dal sostituto procuratore Valeria Farina Valaori, con i finanzieri della tenenza di Casarano, finirono altre 68 persone, molte dei quali patteggiarono pene tra gli otto mesi e un anno e mezzo di reclusione, mentre altri non avanzarono richieste di rito alternativo e furono rinviati a giudizio.

La sentenza di patteggiamento impose inoltre la confisca per equivalente degli importi sottratti illecitamente all’Inps.

A fare insospettire i militari fu il numero elevato delle assunzioni, a dispetto del volume d’affari, in sette ditte di cui Ozza gestiva la contabilità, riscontrate analizzando la documentazione relativa agli anni che vanno dal 2010 al 2015. In un piccolo autolavaggio, per esempio, risultavano assunte 35 persone.

Ma questa è un’altra storia. L’ultima che lo riguarda sarà oggetto del processo in cui difeso dall’avvocato Ezio Garzia proverà a dimostrare di aver agito in buona fede. La prima udienza si discuterà il prossimo 7 ottobre davanti al giudice monocratico della seconda sezione penale Valeria Fedele.

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