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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca Guagnano

Parco eolico: sotto processo ex sindaco e il suo vice

Dovranno comparire in un'aula, l'ex-sindaco, vice-sindaco di Guagnano insieme al altre tre persone. Avrebbero favorito un'impresa per la realizzazione del parco eolico senza una gara pubblica

Un vero e proprio terremoto giudiziario si abbatte sull'ormai defenestrata amministrazione comunale di Guagnano. Il gup Andrea Lisi ha rinviato a giudizio l'ex-sindaco, Giuseppe Rizzo, l'ex vice-sindaco Salvatore Guerrieri, l' ex amministratore comunale all'ambiente Oronzo Perrone e due imprenditori, Luigi Ancora e Paolo Perrone, finiti in un'aula di giustizia per i reati di abuso d'ufficio e truffa aggravata in concorso. I fatti riguardano la realizzazione del parco eolico, che sarebbe dovuto sorgere alla periferia della cittadina, sulla via per San Pancrazio. Tutti, ora, dovranno comparire presso la seconda sezione penale del Tribunale di Lecce. La prima udienza è stata fissata per il due aprile prossimo.

La presunta truffa contestata ai neo-imputati farebbe riferimento al periodo compreso tra marzo e luglio dello scorso anno. L'indagine, coordinata da carabinieri e guardia di finanza, venne avviata da un circostanziato e dettagliato intervento pubblico dell'allora assessore alle attività produttive del comune di Guagnano, Rossano Cremis, in cui denunciava pubblicamente l'acquisto del comune di piccole particelle di terreno su cui sarebbe dovuto nascere l'impianto. Ne seguirono le dimissioni di Cremis dalla propria carica e con la sua protesta la caduta dell'amministrazione comunale. Secondo l'accusa, gli ex-amministratori, avrebbero favorito con un "tacito accordo", senza indire una regolare gara d'appalto, l'impresa Bluenergy srl di Osimo in provincia di Ancona per pianificare la costruzione del parco eolico su un'area di circa 7mila metri quadri. La presunta truffa si sarebbe concretizzata con la sola apertura della busta contenente l'offerta avanzata dall'azienda marchigiana senza visionare le offerte presentate da altre cinque società.

C'è dell'altro nell'impianto accusatorio. Gli amministratori finiti sotto processo avrebbero fornito informazioni riservate sul progetto di realizzazione del parco, che sarebbe stato composto da circa 20 pale, ai due imprenditori, Luigi Ancora e Paolo Perrone. "Suggerimenti" e indicazioni che sarebbero serviti per acquistare a prezzi vantaggiosi alcuni terreni (ne avrebbero acquistati sei su dieci) su cui sarebbe insistito il nuovo parco sia per usufruire delle royalties, (il pagamento di un compenso al titolare di un brevetto, con lo scopo di poter sfruttare quel bene per fini commerciali), che l'impresa costruttrice prescelta avrebbe successivamente dovuto corrispondere a titolo di affitto.

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