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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Pazienti derubati in ospedale, doppio processo per un’operatrice sociosanitaria

Due i procedimenti a carico di una 47enne leccese al tempo in cui era in servizio nel “Vito Fazzi”, il secondo dei quali determinò il suo arresto ai domiciliari, su disposizione del giudice

LECCE - Dovrà sostenere due processi l’operatrice sociosanitaria accusata di aver approfittato, mentre era in servizio nel “Vito Fazzi” di Lecce, delle compromesse condizioni di salute di alcuni pazienti, per impossessarsi di effetti personali di valore e carte di credito utilizzate per effettuare prelievi.

A disporre il rinvio a giudizio della donna, Claudia Prinari, 47enne leccese, è stata ieri la giudice del tribunale di Lecce Anna Capano, a margine dell’udienza preliminare scaturita dal primo procedimento aperto nei suoi riguardi e in cui era indagata a piede libero. 

In particolare, secondo le indagini, la notte tra il 14 e il 15 dicembre del 2021, l’imputata si sarebbe impossessata della carta di credito e del relativo pin di un paziente di 78 anni, ricoverato in gravi condizioni, e dopo aver ritirato la somma di 500 euro da uno sportello bancomat presente nello stesso nosocomio, avrebbe riposto la carta al suo posto.

Il 5 ottobre del 2022, invece, con la scusa di accarezzare il volto a una donna colpita da un ictus e in attesa di essere ricoverata nel reparto di neurologia, sarebbe riuscita a impossessarsi della sua collana d’oro.

L’imputata proverà a dimostrare la propria estraneità agli addebiti attraverso l’avvocato Mario Stefanizzi che già ieri aveva chiesto il suo proscioglimento con la formula “per non aver commesso il fatto”. Il legale aveva sostenuto, tra le altre cose, dinanzi alla giudice che la collana non era stata sottratta, ma smarrita durante le fasi del ricovero, tant’è che sarebbe stata poi ritrovata e restituita alla legittima proprietaria, di cui chiederà l’ascolto in fase dibattimentale.

Il processo si aprirà il 15 dicembre dinanzi alla giudice Giovanna Piazzalunga della prima sezione penale e in aula, come parte civile ci sarà solo la Asl che, durante l’udienza preliminare, si è costituita con l’avvocato Alfredo Cacciapaglia.

Ma, come anticipato, non è l’unica vicenda giudiziaria che riguarda la 47enne. In un’altra successiva inchiesta aperta per fatti analoghi, svolta dal pubblico ministero Massimiliano Carducci con gli agenti della squadra mobile di Lecce, l’operatrice sociosanitaria finì ai domiciliari (dove si trova tuttora) su ordinanza di custodia cautelare eseguita lo scorso maggio. 

In merito a questo procedimento, è già stato disposto il decreto di giudizio immediato, al quale non ha fatto seguito (nei tempi previsti, ossia quindici giorni dal momento della notifica) alcuna richiesta di rito alternativo da parte della difesa. Anche in questo caso, quindi, il processo si celebrerà col rito ordinario con la prima udienza fissata per il 5 ottobre.

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