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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca Martano

Pedone attraversò col rosso e fu investito, imputata e assolta l’automobilista

Arriva il verdetto sull’incidente avvenuto la sera del 16 luglio del 2019 nel centro abitato di Martano. Per l’accusa la conducente della vettura avrebbe dovuto avere maggiori cautele, ma per la giudice “il fatto non sussiste”

MARTANO - Investì un pedone, provocandogli ferite in diverse parti del corpo, giudicate guaribili dai sanitari in trenta giorni, e l’indebolimento permanente di alcuni organi. Ma il processo terminato nei giorni scorsi ha stabilito che la conducente della vettura, M.S., una 57enne originaria di Melpignano ma residente a Treviso, finita al banco degli imputati per lesioni stradali in merito al sinistro avvenuto la sera del 16 luglio del 2019 a Martano, non ebbe invece alcuna responsabilità. 
Sin dall’inizio, anche grazie al fatto che l’incidente fu ripreso dalle telecamere di una tabaccheria vicina, non vi furono dubbi sul fatto che il malcapitato attraversò l’incrocio nel centro abitato nonostante il semaforo segnalasse il rosso per i pedoni. 
Ma questo non fu ritenuto sufficiente per gli inquirenti che attribuirono comunque alla donna la responsabilità di non aver previsto condotte imprudenti da parte di altri.  Insomma, secondo l'accusa, anche in ragione della scarsa visibilità e del fatto che in quel momento piovesse, l’imputata avrebbe dovuto limitare al minimo la velocità, nonostante procedesse a quella di 45-48 km orari, quindi già al di sotto del limite consentito (di 50 km orari). 
Nel processo, l’avvocato difensore Rocco Rizzello ha illustrato i risultati delle indagini di parte condotte con l’ingegnere Orazio Palazzi sul luogo del sinistro e sul video. Indagini che, avvalendosi di tecniche di ultima generazione, avevano permesso di rilevare circostanze favorevoli all’automobilista: innanzitutto, la velocità del mezzo non sarebbe stata superiore ai 38 km orari; il pedone avrebbe attraversato senza fermarsi alla velocità di 6 km orari; l'automobilista si sarebbe ritrovato l’uomo in mezzo alla strada solo due secondi prima dell'impatto, rendendo così impossibile qualsiasi manovra. 
Per l’imputata, la Procura aveva invocato cinque mesi di reclusione, ma la giudice della prima sezione penale del tribunale di Lecce Elena Coppola, condividendo le argomentazioni difensive, all'esito del dibattimento, ha emesso un verdetto di assoluzione con la formula “perché il fatto non sussiste”.
Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro novanta giorni.

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