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Cronaca

Non si arresta lo scontro sul Piano paesaggistico: l'Unitel vuole correttivi

L'Unione nazionale dei tecnici, che operano negli enti locali salentini, insistono per l'adozione di modifiche al testo sul piano procedurale e sostanziale: l'avvocato Quinto chiede di eliminare i profili di "illegittimità"

LECCE - Nuovo intervento dell’Unione nazionale dei tecnici, che operano negli uffici degli enti locali del Salento, contro la mancata adozione da parte della Regione dei correttivi ed emendamenti richiesti al Piano paesaggistico, sotto l'aspetto procedurale e sostanziale. Non si attesta la battaglia sulla questione e, come rileva l'avvocato Pietro Quinto, consulente dell’Unitel, "Con il passar del tempo emergono sempre più le discrasie e le criticità del Piano in termini di ricognizione documentale delle realtà fattuali, e, quindi, delle norme regolamentari adottate per i vari contesti".

Per l'avvocato, nonostante l’urgenza di eliminare i "profili di illegittimità" delle norme di attuazione del Piano denunciati dalla categoria, si succedono dichiarazioni di buone intenzioni, senza alcun intervento concreto. E, a proposito di "preannunziate circolari", il documento dell’Unitel sottolinea il difetto di legittimazione ad interpretare, con una circolare, una deliberazione di giunta: "Il problema - sottolinea Quinto - è che proprio le definizioni contenute nel Piano sono difficilmente applicabili".

Un esempio concreto è quello della definizione di «prati e pascoli», che tanti problemi starebbe suscitando in vari Comuni: "Persino terreni all’interno delle aree industriali destinati agli insediamenti degli impianti produttivi - spiega - sono stati classificati come pascolo. Le perimetrazioni delle aree industriali erano escluse dalla disciplina del Putt, e sono state incluse nel Pptr senza una adeguata verifica e consultazione con gli organismi dei Consorzi Asi. Rimane insuperato – ad avviso dell’Unitel – il vizio procedurale della mancata trasmissione del Piano ai Comuni".

Secondo l'Unitel, i cittadini sarebbero in difficoltà per conoscere la situazione delle  aree di loro proprietà e gli uffici tecnici non strutturati dei Comuni di minore dimensione non sarebbero in grado di sopperire alle omissioni della Regione, che "si è limitata a depositare una sola copia cartacea del Piano a Bari presso la sede del Servizio assetto del territorio": "Non è pensabile che tutti i cittadini della Puglia - viene puntualizzato - si rechino a Bari per consultare il Piano o che siano attrezzati per scaricare gli elaborati dal sito informatico".

Da tutto ciò la richiesta formale dell’Unitel di una riadozione del Pptr, emendato dai "vizi procedurali e sostanziali": "Nel documento - sottolinea Quinto – viene segnalato che a far tempo dal 2 agosto, per l’illegittima applicazione delle misure di salvaguardia negli ulteriori contesti, v’è un divieto di interventi edilizi in contrasto con le prescrizioni del Piano ben al di là di quanto previsto e consentito dal codice Urbani".

"Se con legge dello Stato - prosegue - è stato previsto un indennizzo di 30 euro al giorno per il semplice ritardo della P.A. nel rilasciare le autorizzazioni all’attività d’impresa, gli illegittimi divieti a conseguire il rilascio dei permessi di costruire o a proseguire l’attività già autorizzata, per effetto dell’articolo 105 (2° comma), produrranno danni economici di ben altra consistenza, con conseguenti azioni risarcitorie nei confronti della Regione Puglia. Tutto ciò senza una realistica prospettiva di valida approvazione del Pptr".

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