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Cronaca

Piantagione di marijuana vicino al campo Panareo, i guardiani ottengono i domiciliari

Hanno lasciato il carcere di “Borgo San Nicola” i due uomini finiti in carcere la notte del 31 agosto, dopo il blitz dei carabinieri. Proseguono le indagini sui complici

LECCE - Hanno ottenuto i domiciliari i due uomini che vigilavano la piantagione di quasi mille piante di marijuana trovata la notte dello scorso 31 agosto dai carabinieri tra i filari di ulivi su un terreno di proprietà della Asl di Lecce, nei pressi del campo sosta Panareo, a Lecce, dove risiedevano.

La decisione è stata presa ieri dal giudice per le indagini preliminari (gip) Alessandra Sermarini che ha così accolto l’istanza avanzata dall’avvocato Alessandro Costantini Dal Sant, nei riguardi di Imer Alimovic, originario della ex Jugoslavia, di 29 anni, e Mirko Toskic, leccese di 23.

Il gip ha concesso un’attenuazione della misura, tenendo conto sia del comportamento avuto dagli indagati che, dopo l’arresto, durante l’interrogatorio, avevano ammesso di svolgere l’attività di guardiani all’incirca da una settimana, solo perché disoccupati, e per una paga di 25/30 euro giornalieri, sia l’idoneità delle abitazioni in cui saranno sottoposti ai domiciliari.

I due arrestati non erano soli, quella notte, durante il blitz dei militari della sezione operativa della compagnia di Lecce. Con loro c’erano altre due persone che però riuscirono a fuggire e a far perdere le proprie tracce. Imer e Toskic invece non ebbero scampo: il primo fu bloccato nell’immediato, mentre l’altro fu inseguito dai militari per circa 200 metri, fino a quando, caduto a terra, fu raggiunto e ammanettato.

Intanto proseguono le indagini per risalire all’identità di altri individui coinvolti nella vicenda e in cui potrebbe rivelarsi fondamentale a chiudere il cerchio il contenuto dei quattro cellulari trovati e sequestrati durante il sopralluogo dal personale dell’Arma: uno addosso a Toskic, due (su uno dei quali c’era un nastro con la scritta Imer) in un marsupio rinvenuto a terra nei pressi del casolare sul terreno affianco alla piantagione, e un quarto telefonino lungo il tragitto scelto per la fuga.

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