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Cronaca Poggiardo

Poggiardo, il Tar lascia aperto l'impianto dei rifiuti

Soddisfatto il presidente Giovanni Pellegrino: "L'ordinanza fa giustizia delle tante critiche che erano state rivolte a Vendola". Al tribunale s'era rivolto il Comune chiedendo la chiusura immediata

Il Tar, con un'ordinanza della prima sezione che è stata resa pubblica ieri, ha respinto la richiesta cautelare formulata dal Comune di Poggiardo per la chiusura immediata dell'impianto di selezione e biostabilizzazione dei rifiuti prodotti nell'Ato Le/2. "E cioè di un momento essenziale della soluzione transitoria data dall'onorevole Nichi Vendola, su proposta del settore ambiente della Provincia di Lecce, al problema dello smaltimento dei rifiuti in un terzo del territorio provinciale", commenta il presidente Giovanni Pellegino, che può ritenersi ampiamente soddisfatto di questa decisione. Si tratta di un territorio molto ampio, quello che riguarda l'impianto di Poggiarod, poiché nell'ambito ricadono diversi centri, alcuni dei quali molto popolosi, come Galatina e Nardò, e località turistiche quali Otranto, Santa Cesarea, Castro e le marine neretine.

"L'ordinanza del Tar fa giustizia delle tante critiche che erano state rivolte a Vendola ed a me nell'ambito di un confuso dibattito - sottolinea Pellegrino - e che per ciò che mi riguarda avevano interessato anche il piano della correttezza personale. Il problema definitivo dello smaltimento degli Rsu nell'intero territorio provinciale può quindi dirsi ragionevolmente avviato a soluzione anche per l'intervenuta approvazione ambientale della variante dell'impianto di biostabilizzazione in Poggiardo e della discarica di solo servizio di Corigliano d'Otranto, variante ancora una volta suggerita dalla Provincia".

Pellegrino rivolge quindi un ringraziamento all'assessore Gianni Scognamillo ed ai dirigenti ed i funzionari del Settore ambiente "per l'impegno sino ad ora profuso nell'affrontare questa delicatissima emergenza ambientale" e anche l'avvocatura provinciale "per l'intelligente difesa delle nostre ragioni". Segnalando, inoltre, "che gli unici momenti di criticità sono connessi alla lentezza con cui la ditta affidataria sta procedendo, su affidamento regionale, alla realizzazione dell'impiantistica a regime, soprattutto in Ugento e in Cavallino".

L'annuncio di voler ricorrere al Tar era stato dato dal sindaco di Poggiardo, Silvio Astore, il 3 marzo scorso, sostenendo che fosse "un atto consequenziale e coerente alla volontà unanime espressa dal consiglio comunale di chiedere la chiusura dell'impianto". Alla base, per Astore, "gli esiti fallimentari della biostabilizzazione ed il cattivo funzionamento dell'impianto. Un fallimento, quello della sperimentazione voluta del commissario straordinario - aveva affermato - che è gravata totalmente sulle spalle della comunità di Poggiardo con dannosi e prolungati disagi". Astore avrebbe voluto che l'impianto fosse chiuso in attesa dell'entrata in funzione "dell'impianto a regime" di pretrattamento e biostabilizzaione che dovrà essere realizzato dalla Cogeam".

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