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Cronaca Porto Cesareo

L'orgoglio più forte delle avversità. Dopo l'atto vandalico, accesa una nuova Focara

L'atto finale dei festeggiamenti in onore di Sant'Antonio Abate ha avuto finalmente il suo giusto epilogo. Il Comitato feste ha eretto in breve tempo una seconda pira, più piccola della precedente. L'accensione avvenuta ieri sera

PORTO CESAREO - L'orgoglio dei cesarini più forte delle avversità. Dopo l'ignobile atto vandalico della settimana scorsa, con la distruzione, poco prima dell’alba del 20 gennaio, della grande Focara, in pochi giorni è stata eretta una seconda pira, per celebrare Sant’Antonio Abate. Più piccola del solito (in condizioni normali, supera i 12 metri d’altezza), a causa del breve tempo a disposizione, ma sempre e comunque di grande impatto visivo ed emotivo.

L'intera cittadinanza, e tanti visitatori da varie parti del Salento, hanno raggiunto ieri pomeriggio lo scalo d’alaggio della località marittima in riva allo Jonio, per assistere allo spettacolo, salutandolo con un forte applauso, dal profondo valore, anche di solidarietà nei confronti del Comitato feste, ripartito da zero e che ha fortemente voluto proseguire nei festeggiamenti, per non annichilire una tradizione radicata fin dagli anni ’30 del secolo scorso.

Fuochi d’artificio si sono innalzati nel cielo, al momento dell’accensione – avvenuto intorno alle 19 -, al cospetto delle autorità locali, in prima fila, e di centinaia di presenti, assiepati tutti intorno, a formare un ampio cerchio nel piazzale. Poi, le fiamme hanno iniziato la lenta combustione dell’imponente monumento artigianale, costruito con mani sapienti usando fascine di ulivo, formando un’immensa voluta di fumo, ben visibile nella gelida notte anche da fuori paese.

Porto Cesareo: la Focara torna a bruciare

Prima dell’atto finale, sul lungomare di Porto Cesareo, i visitatori hanno assediato le tante bancarelle, allestite una seconda volta, proprio in occasione di una domenica speciale. Ma intanto, resta lo sfregio del gesto, forse un atto di ritorsione per qualche concessione non ottenuta, e in paese si continua a mormorare. Le indagini sono condotte dai carabinieri della stazione locale e della compagnia di Campi Salentina, che si stanno avvalendo anche di diverse testimonianze. La pista imboccata per identificare il responsabile della distruzione ed il movente sembra quella giusta, anche se, forse, manca ancora la prova decisiva.  

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