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Cronaca

Lo scontro sui tetti del Fazzi. I dipendenti Sanitaservice iniziano l'occupazione

La questione dell'aumento del monte ore tiene banco durante l'incontro con il nuovo manager Martello, salito per incontrare i lavoratori. "Non si può sopravvivere con 600 euro al mese. Ed esistono accordi firmati, mai rispettati"

LECCE – Una mattinata ad alta tensione, quella appena trascorsa sul tetto dell'ospedale "Vito Fazzi" di Lecce, ufficialmente occupato dai dipendenti di Sanitaservice. Teatro di un incontro – scontro con il nuovo amministratore unico della società in house, Lorenzo Martello che, a pochi giorni dal subentro, si trova tra le mani una grossa gatta da pelare. Una vertenza rimasta perfettamente intatta, nel corso degli ultimi due anni e mezzo, che nessuno ha ancora potuto (o voluto) avviare ad una soluzione. Salito all'ultimo piano del nosocomio per manifestare la sua solidarietà, il manager è stato letteralmente travolto dall'esasperazione dei lavoratori "internalizzati" nel 2010, e ancora fermi al palo del part – time.protesta tetti vito fazzi 017-2

Attori di numerose proteste che, se da un lato hanno avuto il merito di strappare le agognate assunzioni nella società costola dell'azienda sanitaria locale, dall'altro non sono ancora riuscite a convincere i vertici sanitari, locali e regionali, a mantenere la premessa iniziale dei contratti: ovvero il graduale passaggio, per tutti e 700 i lavoratori (pulitori, asuliari, personale informatico) al full – time.

Il sindacato Usb, nel corso dell'ennesima assemblea convocata sul tema, nella sala conferenze del Polo oncologico ospedaliero, ancora rimarca il "silenzio assoluto" della Regione Puglia rispetto alla convocazione di un tavolo unitario che sblocchi definitivamente la situazione. Eppure, prima che su tutte le società in house pugliesi piombasse la bocciatura del nuovo commissario straordinario Mario Canzio in merito ai piani di ritrutturazione appena presentati, la problematica dell'aumento del monte orario sembrava avviata su un sentiero meno incidentato. Persino vicina alla via d'uscita.

Poi lo stop, ufficioso, che ha bloccato il percorso faticosamente intrapreso. "Non siamo preoccupati per la messa in liquidazione di Sanitaservice stabilita dall'articolo 4 della legge spending review – spiega Gianni Palazzo referente Usb – , perché la società offre un servizio strumentale, in linea con quanto previsto dal comma 3 della stessa norma, e perché l'obiettivo di risparmio economico, imposto a tutte le società a totale partecipazione pubblica, è stato pienamente centrato".

Eppure nel corso della riunione, convocata per ridare slancio alla protesta, fiaccata dalle solite diatribe sindacali, non sono mancate sia le esortazioni ad un ennesimo "scatto d'orgoglio", sia le pressioni affinché la giunta Vendola, con annesse rappresentanze parlamentari, si adoperi per cancellare quella norma ereditata dall'esecutivo tecnico. Usb punta i piedi per ottenere una modifica di quell'ostile articolo di legge che, interpretazioni giudiziarie a parte, non garantisce sonni tranquilli.

protesta tetti vito fazzi 019-2Monti o non Monti, questioni politiche a parte, ciò che preme realmente ai dipendenti è la fuoriuscita da un dramma economico del tutto personale. "Seicento euro al mese non bastano per mantenere una famiglia" tuona un dipendente, spalleggiato da un collega che non riesce a trattenersi dal fare i conti in tasca al nuovo manager. "Ci sono persone che in tre ore si occupano di 4 o 5 reparti contemporaneamente", lamenta a gran voce qualcun altro.

Martello si ritrova, suo malgrado, al centro di una polemica caleidoscopica: compresso tra i sindacalisti che rivendicano la dignità di Usb di partecipare ai tavoli di contrattazione, unitamente alle altre sigle firmatarie del contratto, e tra i lavoratori cui preme solo guadagnare "il giusto". "Faremo la nostra parte quando voi farete la vostra" è il motto dei dipendenti di Sanitaservice a cui, da tempo, si rinfaccia una scarsa qualità del servizio erogato.

Martello si appella al self control, tentando la conciliazione: "Vorrei arrivare anche io alla contrattazione sindacale unitaria, il problema è creare le condizioni". E ancora: "Ho ricevuto mandato dal direttore generale, Valdo Mellone, di verificare la proposta elaborata da Usb".

Una proposta che, peraltro, non ha nulla di nuovo ma "tenta di far valere gli accordi firmati dai sindacati, e persino dallo stesso Mellone, nel dicembre 2011", precisa l'esponente Enzo Cortese. Calcolatrice alla mano, dai pensionamenti e dal servizio di manutenzione delle aree comuni, verde e disinfestazione, si poteva immediatamente ricavare un totale di ore pari al 50 percento di ciò che manca per il full - time. Un passo in avanti, senz'altro insufficiente, ma tale da arrotondare i magri compensi dei dipendenti.

"Quell'accordo è stato semplicemente accantonato", insiste Cortese. Ma è ben presente nella memoria dei lavoratori, intenzionati a proseguire con l'occupazione ad oltranza alzando, via via,  il tiro dell'annosa protesta.

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