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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Nardò

Rapina nel bar, poi la fuga, ma lo incastrarono le sue impronte: inflitti sette anni e mezzo

Emessa la sentenza nei riguardi di un 31enne di Nardò ritenuto responsabile del colpo messo a segno nel bar dell’area di servizio Q8, sulla strada provinciale 114, la sera del 5 marzo del 2018. Assolto il presunto complice

NARDO' - E’ stata riconosciuta la responsabilità solo uno dei due uomini finiti al banco degli imputati per la rapina avvenuta la sera del 5 marzo del 2018, nel bar "Coffee Break" dell’area di servizio Q8, sulla strada provinciale 114 che da Copertino porta a Sant'Isidoro. Stiamo parlando del neretino Gregorio Pandi, di 31 anni, che al termine del processo discusso col rito ordinario, ha rimediato sette anni e mezzo di reclusione, più il pagamento di una multa di tremila euro. 

La sentenza letta questa mattina dal giudice Pietro Baffa, a capo della seconda sezione penale del tribunale di Lecce composta dalle colleghe Simona Panzera e Roberta Maggio, ha invece escluso ogni responsabilità del compaesano che, secondo le indagini svolte dai carabinieri della tenenza di Copertino e della compagnia di Gallipoli, sarebbe stato suo complice: Luigi Egidio Prete, di 43 anni, noto in altre vicende giudiziarie per essersi proclamato come "il Totò Riina di Nardò". Questi, assistito dagli avvocati Paolo Cantelmo e Rocco Rizzello, è riuscito ad ottenere un’assoluzione “per non aver commesso il fatto”.

Resta dunque senza identità l’uomo con il quale Pandi avrebbe fatto irruzione nell’esercizio commerciale, col volto coperto da passamontagna, minacciando i presenti, uno con una pistola, l’altro con un coltello, e con frasi del tipo “a te, taggiu sparare” (ti devo sparare, ndr), “stinnitibite anterra” (stendetevi a terra, ndr).

Dopo aver arraffato un bottino di settemila euro, tra contanti custoditi in cassa, numerosi gratta e vinci e ricariche telefoniche, i due sarebbero saliti a bordo di un’autovettura, un’Alfa 166, priva di targa (che poi risultò rubata in Svizzera) condotta da un complice rimasto anche questo sconosciuto, e si diedero alla fuga fino a Nardò. Qui, avrebbero dato alle fiamme la vettura, per non lasciare tracce. Ma, il tentativo di Pandi di farla franca sarebbe stato vano, perché sulla porta d’ingresso del bar gli investigatori trovarono proprio le impronte della sua mano.

Non appena saranno depositate le motivazioni del verdetto che ha ritenuto il 31enne responsabile dei reati di rapina, ricettazione e danneggiamento a seguito di incendio, la difesa, rappresentata dall'avvocato Simone Potente, valuterà il ricorso in appello.

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