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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca Lequile

Rapina sfociata nel sangue, il terrore ripreso dalle telecamere di sorveglianza

Fondamentali alle indagini sull’omicidio di Giovanni Caramuscio, avvenuto davanti allo sportello bancomat del Banco di Napoli a Lequile sono stati gli “occhi elettronici”. Ecco come è stato ucciso

LEQUILE - Nelle indagini sull’omicidio di Giovanni Caramuscio, ex direttore di banca 69enne di Monteroni, avvenuto la sera del 16 luglio, mentre prelevava allo sportello bancomat del Banco di Napoli a Lequile, sono state fondamentali le telecamere di videosorveglianza. I filmati ripresi dagli “occhi elettronici” visionati dai carabinieri hanno consentito di ricostruire la dinamica di una tentata rapina sfociata nel sangue e di individuare l’abbigliamento e le caratteristiche fisiche dei responsabili.

Tutto ha inizio alle 23.16, con l’arrivo della vittima e della moglie, Anna Quarta, nei pressi dell’istituto bancario, con la loro Wolkswagen tiguan. Scesa dal mezzo la coppia è raggiunta da due uomini, entrambi travisati: uno è armato di pistola, l’altro cerca di sottrarre il portafoglio a Caramuscio che reagisce e che per questo la pagherà cara.

Le immagini della rapina sfociata nel sangue

Due proiettili lo raggiungeranno al torace, uno dei quali al cuore, e nonostante ciò, la vittima cercherà di inseguire il bandito col quale aveva avuto la colluttazione, per poi accasciarsi a terra. Dai filmati, emerge anche come i due malviventi si siano allontanati imboccando la stessa strada dalla quale erano giunti (quella che congiunge via Raffaello con piazzale Croce Rossa). Ma non finisce qui, perché quello che ha sparato è tornato indietro e si è chinato sulla vittima, forse per colpirla ancora come sospettano gli investigatori.

Tutto questo è avvenuto nel giro di pochi minuti sotto gli occhi della signora Quarta che, paralizzata dalla paura e dal dolore, è riuscita a chiedere aiuto a un familiare carabiniere, il primo ad arrivare sul posto. “Ricordo con certezza di avere udito due colpi di pistola. Poi la fuga dei due giovani, un breve smarrimento di mio marito prima di accasciarsi a terra, c'era del sangue. Ribadisco, sono stati momenti brevi e fulminei a seguito dei quali sono stata colta dalla paura che non mi ha consentito nemmeno di urlare con naturalezza”, ha raccontato la malcapitata, sotto choc, ai militari.

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