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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Porto Cesareo

Sarah, il corpo irriconoscibile. Lo zio unico indagato

Recuperato solo in tarda mattinata il corpo della ragazza di Avetrana e portato in obitorio. Confermato lo strangolamento, forse non ha sofferto. Secretati gli atti sulle dichiarazioni di Misseri

AVETRANA - Il corpo di Sarah Scazzi, morta a soli 15 anni, era in posizione fetale, nudo, raccolto in quella fossa ricavata in una cisterna interrata. In condizioni pietose, difficile anche da riconoscere. L'hanno estratto i sommozzatori dei vigili del fuoco, dopo ore di lavoro, e solo nella mattinata. Un lungo applauso ha accolto il passaggio del feretro grigio, mentre il carro si allontanava. Il penultimo viaggio, nell'obitorio dell'ospedale "Santissima Annunziata" di Taranto, dove sarà analizzato il Dna, prima delle esequie. Dell'autopsia si occuperà Vittorio Strada, medico legale dell'Università di Bari. Per ora, vi sono però già alcune certezze. La ragazza è stata uccisa per strangolamento, poi denudata. I vestiti sarebbero stati bruciati.

Il corpo è stato seppellito all'interno di una cisterna interrata. Un cunicolo stretto, per le acque piovane. Sopra, sassi e fogliame. Un luogo seminascosto nelle campagne tra Avetrana e San Pancrazio Salentino, ai margini della provinciale che conduce a Salice Salentino, alla confluenza di tre province. Quasi impossibile individuarlo, senza le dichiarazioni di Michele Misseri, lo zio 57enne della ragazzina, scomparsa fin dal primo pomeriggio del 26 agosto. L'uomo è crollato, letteralmente, nel corso di un estenuante interrogatorio. Caduto più volte in contraddizione, prima di rivelare la presunta verità, di fronte ai carabinieri, nella caserma della compagnia di Taranto. Tanti, ancora, i lati da chiarire, di questa vicenda agghiacciante.

Omicidio volontario e occultamento di cadavere, dunque, i capi d'accusa, ma senza premeditazione. Tutto sarebbe maturato in pochi istanti, dopo aver incrociato la nipote che si stava recando, intorno alle 14,30 di quel maledetto giorno, ad un appuntamento con la cugina, Sabrina, figlia proprio di Misseri. I sospetti si erano addensati su di lui fin dal giorno del ritrovamento del telefonino della ragazza, il 19 settembre, in circostanze a dir poco anomale. Mezzo bruciato, senza scheda telefonica, senza batteria. Si disse che insieme ad un altro operaio, Misseri stava ripulendo il terreno di alcuni poderi dal fogliame.

Nella tarda mattinata, una conferenza stampa a Taranto. Per dare alcune conferme, come quella sulla dinamica della morte, e spiegare che le dichiarazioni emerse nel corso dell'interrogatorio sono state secretate dal pm Franco Sebastio. Secondo il comandante della compagnia di Taranto, Giovanni Di Blasio, la ragazza non dovrebbe aver sofferto. Piccola, magra, quasi inconsistente consolazione di fronte ad un delitto tanto efferato. Sarebbe Misseri, dunque, e senza la complicità di nessun altro, l'autore materiale dell'omicidio, che sarebbe avvenuto all'interno del garage, nella proprietà dell'uomo, non lontano dal luogo del ritrovamento. Per il momento, è stato il pm stesso a spiegare che non vi sono altri indagati.

Una piega decisa nella risoluzione del caso, è arrivata proprio la mattina del ritrovamento del cellulare. Secondo i carabinieri del Rac (Reparto analisi criminologiche), innovativa specializzazione che analizza a fondo la psicologia dei sospettati di crimini, consegnare quel terminale mobile è stato come dare un segnale evidente. Un modo per iniziare a scaricare i sensi di colpa, l'insostenibile fardello di emozioni negative accumulate in oltre un mese, vissuto anche accanto alla mamma di Sara, Concetta Serrano, ora chiusa in un comprensibile silenzio, dopo il turbine di eventi di ieri notte. La donna era in diretta a "Chi l'ha visto?", quando è iniziata a spargersi la notizia che ormai si era alla stretta finale, per quanto riguarda le ricerche del cadavere.

All'1,40, infine, la tremenda notizia che il corpo era stato trovato. Poi, per tutta la notte, i lavori per il recupero di quel corpo straziato. Questa mattina, è stato impossibile, per i compagni di scuola di Sarah, i ragazzi dell'alberghiero "Mediterraneo" di Maruggio, occupare normalmente le aule. Sono andati ad Avetrana, con tanti cartelloni in mano, per testimoniare la vicinanza alla famiglia di fronte a questo dolore immenso, in una storia che ha toccato il cuore di tutta l'Italia.

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