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Cronaca

“La seduta del Cda dell'ateneo è da annullare”: arriva la sentenza del Tar

Accolto il ricorso presentato da Manfredi De Pascalis contro le modalità con cui si è svolta la seduta di aprile, in particolare per il ritardo nella convocazione. Soddisfazione dei sindacati che invocano il rispetto delle regole

 

LECCE – Più che una questione di merito, la querelle tra sindacati e Università del Salento, sembra una battaglia sul metodo, all'insegna di un "mancato rispetto delle regole" denunciato da tempo. Oggi, la prima "vittoria" di Flc Cgil che si è vista dare ragione dal Tar di Lecce: il verbale della seduta del Consiglio di amministrazione dell'Università del Salento del 12 aprile di quest' anno, è da annullare. Il consigliere Manfredi De Pascalis, assistito dall'avvocato Adriano Tolomeo, aveva presentatoricorso adducendo i seguenti motivi: la mancata messa a disposizione dei consiglieri di documentazione inerente la seduta; il superamento del limite di tolleranza previsto dal regolamento di funzionamento del Cda per l'inizio dei lavori; la mancanza del numero legale.

L'istanza è stata accolto dal Tribunale amministrativo che ha ritenuto fondata l'obiezione in merito al ritardo con cui si è tenuta la seduta consiliare di quel giorno, slitatta di 50 minuti e quindi svolta senza la partecipazione del ricorrente. "La seduta consiliare è stata convocata per le ore 9,00 ed è stata aperta alle ore 9.50 in contrasto con l'articolo 3 che stabilisce la necessità che, entro 30 minuti dall'ora di convocazione, venga accertata la presenza del numero legale e, in assenza di questo, la seduta venga dichiarata deserta", si legge nella sentenza.

La difesa dell'Università aveva evidenziato che il ritardo è stato reso opportuno per permettere al Rettore di partecipare, in quanto questo era stato trattenuto per impegni istituzionali. A tal fine, "utilizzando una prassi consolidata nel tempo" è stata data "comunicazione informale ai consiglieri presenti, i quali hanno deciso di attendere l'arrivo del Rettore", prosegue la difesa dell' ateneo sottolineando che, a De Pascalis, non è stato impedito di partecipare, dato che era presente durante tutta la seduta, all'interno degli edifici della stessa università.

Secondo il Tar, invece, questo modus procedendi, pur potendosi considerare una prassi, non può essere ritenuto sanante del vizio denunciato, "in quanto il regolamento del consiglio di amministrazione sancisce una regola rigida la cui ragionevolezza è diretta a garantire il regolare svolgimento delle sedute consiliari a tutela di tutti i consiglieri", aggiungendo che "solo la corretta individuazione dei doveri che onorano chi svolge una funzione pubblica, quale che ne sia il rilievo, può assicurare il tanto auspicato buon andamento della pubblica amministrazione".

Piena la soddisfazione espressa dalle segreterie provinciali di Flc Cgil, Cisl, Uil, Snals per l'esito della sentenza che ha deliberato l'annullamento di tutti gli atti approvati dal Cda nella seduta "incriminata", a causa dei vizi di legittimità riscontrati nella riunione. "La sentenza rende giustizia di un modo di gestire l'attività amministrativa all'insegna dell' inosservanza delle norme e delle regole. - spiegano i sindacati - Più volte abbiamo denunciato una serie di abusi che, sconfinando oltre la legittimità, calpestavano il diritto di molti e palesavano uno scarso rispetto degli organi accademici e dell'intera istituzione universitaria".

Le organizzazioni sindacali non nascondono, però, una certa preoccupazione per le conseguenze che la sentenza produrrà, "frutto di pressappochismo e superficialità nella gestione della complessa macchina amministrativa e la cui responsabilità ricade interamente sulle spalle del rettore e della direzione generale dell'Ateneo, deputata a garantire la regolarità amministrativa degli atti degli organi collegiali, ivi compresa la regolarità e validità delle riunioni".

La vicenda in questione, aggiungono i sindacalisti, ripropone anche la criticità di una "inopportuna ed illegittima sovrapposizione fra gli uffici legali dell'Ateneo e l'avvocatura interna, e la loro contestuale subordinazione gerarchica nella struttura amministrativa che, come già affermato dallo stesso consiglio dell’Ordine degli avvocati di Lecce, collide con la necessità di garantire autonomia e indipendenza per il libero esercizio delle proprie funzioni". I sindacati auspicano, quindi, che questa “lezione” possa servire per restituire "dignità" agli organi accademici in modo da ripristinare le buone prassi all'interno dell'Università.

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