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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Ugento

Senza stipendio da due mesi: agitazione alla Co.Ge.I

I lavoratori del Consorzio che si occupa del servizio igiene urbana di Ugento protestano contro la mancata retribuzione delle ultime due mensilità: stato di agitazione, sciopero e lettera al prefetto

UGENTO - I dipendenti del Consorzio Co.Ge.I., che si occupano del servizio di Igiene Urbana del Comune di Ugento, scrivono a LeccePrima per segnalare l'annoso ritardo nella corresponsione della retribuzione mensile. Quarantadue persone che intendono sottolineare come, ancora una volta, il Consorzio continui ad assumere, nei loro confronti, un comportamento "a dir poco scorretto" poiché, alla data odierna, non ha ancora corrisposto le retribuzioni mensili (contravvenendo per l'ennesima volta a quanto stabilito dall'art. 29 del Contratto collettivo nazionale del lavoro).

Gli scriventi, infatti, non hanno ancora ricevuto né la retribuzione mensile relativa al mese di luglio 2010 né quella di agosto, le quali dovevano essere corrisposte entro e non oltre il 15 di ogni mese: "Attualmente - spiegano i dipendenti -, dopo varie promesse non mantenute, ognuna delle quali posticipava di volta in volta la data di erogazione della retribuzione di giugno e della quattordicesima mensilità e così via, coloro che scrivono non sanno se e quando saranno ‘retribuiti'".

Il diritto alla retribuzione del lavoro è disciplinato dall'articolo 36 della Costituzione e dal 2099 del Codice Civile: con tali articoli si impone al datore di lavoro di rispettare i vincoli contrattuali, compresa la data di erogazione dello stipendio, imposti per Legge e dai Ccnl a livello nazionale e locale. Pertanto, il Consorzio Co.Ge.I., non corrispondendo la retribuzione mensile nei tempi previsti dal Ccnl, "lede - precisano - un diritto Costituzionale e la norma di Legge del Codice Civile ed infrange le condizioni contrattuali sottoscritte a livello nazionale".

"Prova ne sia - scrivono i dipendenti - che il mancato pagamento delle retribuzioni rientra nella categoria ‘dei gravi inadempimenti agli obblighi posti a carico del datore di lavoro'. Un'inadempienza di questo tipo è, senza ombra di dubbio alcuna, da considerarsi molto grave". Del resto, il rispetto delle normative sulla corresponsione dello stipendio entro e non oltre il 15 di ogni mese, "è - ribadiscono - il presupposto indispensabile ed essenziale affinché ogni lavoratore dipendente possa provvedere al sostentamento della propria famiglia, nonché al pagamento delle diverse tasse, imposte e finanziamenti (es. mutuo casa, prestiti, pagamento utenze elettriche, telefoniche, spese mediche, visite specialistiche, ecc.), ai quali mensilmente ogni dipendente deve adempiere".

"Succede, invece - chiariscono -, che, a causa del ‘puntuale' ritardo con cui il suddetto Consorzio Co.Ge.I. eroga le retribuzioni, i dipendenti si ritrovano ogni mese in grossissime difficoltà non riuscendo più ad onorare il pagamento di quanto sopra descritto". I dipendenti non sono più disposti a tollerare che il consorzio nasconda le proprie inefficienze "scaricando" ogni ritardo sul Comune di Ugento e sull'A.t.o. ("rei di ipotetici mancati pagamenti e ritardi"): "Ogni mese - affermano -, dal 2006 ad oggi, il canone mensile è stato regolarmente versato da parte del Comune di Ugento, puntualità della quale non può, evidentemente, vantarsi il Co. Ge.I., il quale, non provvedendo al regolare pagamento dello stipendio, a volte ha persino accumulato un ritardo di una o due mensilità (si pensi che dall'inizio dell'appalto, marzo 2006 ad oggi, il totale dei giorni di ritardo è di gg. 479, quindi più di un anno di ritardo nella corresponsione degli stipendi)".

Pertanto, i dipendenti, non riuscendo più a far fronte a tutte le spese ordinarie, nonché ad altre di tipo straordinario, chiedono alle Istituzioni tutte, ognuno per le proprie competenze, di attivarsi con estrema urgenza, "affinché si ponga fine a questa assurda situazione, moralmente ed economicamente inaccettabile, che viola la dignità umana dei lavoratori (i quali ogni mese sono sottoposti ad un continuo stress psico-fisico-emotivo che non riescono più a tollerare)".

Da oggi, dunque, i dipendenti attueranno lo sciopero ad oltranza sin quando non gli verrà riconosciuto il diritto "alla giusta e puntuale retribuzione mensile, significando che i sottoscritti non saranno responsabili degli eventuali disservizi causati e/o dell'interruzione di pubblico servizio, in quanto l'unico responsabile di questa situazione sarà il Consorzio Co.Ge.I. il quale dovrà assumersi ogni responsabilità rilevabile da questa situazione".

E a dar man forte ai lavoratori della Co.Ge.I. ci sono anche i consiglieri comunali del Comune di Ugento Oronzo Cavalera, Renato Gianfreda, Luigi Corvaglia, Gianfranco Coppola, Nico Giannuzzi e Angelo Minenna che scrivono al Prefetto, Mario Tafaro e ribadiscono come le richieste dei lavoratori non "siano certo il frutto di un capriccio istintivo, né lo sciopero è da considerarsi in alcun modo un atto di ritorsione nei confronti della ditta, né un fattore squisitamente emotivo, ma deve interpretarsi come unico gesto da parte dei lavoratori nei confronti della sordità dell'azienda alle loro giuste rimostranze".

"Tale questione - ricordano -, sempre da parte di chi vi scrive, è stata portata all'attenzione nei mesi scorsi dell'intero Consiglio Comunale di Ugento, il quale, su nostra proposta di Ordine del Giorno e all'unanimità ha inteso approvare una Delibera di Consiglio, con la quale si prende atto della situazione in cui ormai da mesi versano gli operai del Consorzio Cogei, e con la quale si impegnano Sindaco e Giunta Comunale a mettere in atto ogni iniziativa politica ed istituzionale, volta ad evitare che tali incresciose situazioni abbiano a ripetersi".

I consiglieri chiedono di porre in essere tutte le iniziative, nei modi e nei tempi dettati dalle prerogative istituzionali, atte a convocare nell'immediato un tavolo di discussione e di concertazione tra il Comune di Ugento, i sindacati di categoria e il Consorzio Cogei in modo tale da sbloccare "questa situazione deplorevole che, oltre a comportare gravi rischi per un intero territorio, nuoce e mortifica la dignità dei lavoratori della Cogei": "Chiediamo altresì - concludono - un suo personale interessamento, volto a garantire il pagamento degli stipendi arretrati, e la garanzia formale da parte del Consorzio Cogei, per i mesi a venire, di un regolare e continuativo versamento del salario di tutto il comparto lavorativo dell'azienda stessa".

Analoga situazione alla Sil Surbo
Nella mattinata di oggi, hanno protestato, riunendosi in un sit in, i lavoratori dello Scalo di Surbo, dipendenti della SiL (Servizi Integrati Liguria), società subappaltatrice dei servizi di pulizie dei treni passeggeri. Al loro fianco il sindacato Filt Cgil. Il motivo principale della protesta è il mancato impegno della società a corrispondere gli stipendi ai lavoratori che da due mesi (luglio e agosto) non percepiscono retribuzione ordinaria, né quattordicesima. Nel frattempo i lavoratori hanno comunque garantito tutte le attività che riguardano il loro lavoro.

Ad oggi nessuna risposta è arrivata da parte dell'azienda: per questo, il sindacato, ritenendo questo comportamento irrispettoso dei diritti basilari e costituzionali dei lavoratori, ha proclamato da subito lo stato di agitazione dei lavoratori. La Filt chiede che sia immediatamente saldato quanto dovuto ai lavoratori e che le istituzioni si interessino della difficile situazione in cui versano i 20 lavoratori. Per questo è stata già inviata al Prefetto, a Trenitalia e ai datori di lavoro una lettera di protesta. La Segreteria provinciale Filt, attraverso la voce di Domenico Conte, ritiene il comportamento da parte della Società "indecente ed indecoroso": "In assenza di risposte immediate - afferma Conte - si dichiarano non disponibili ad effettuare alcuna attività. Questa Organizzazione Sindacale invita le Istituzioni e quanti in indirizzo ad intervenire affinché da subito il personale riceva quanto loro spettante come previsto dalla Costituzione Italiana. Pertanto la Filt-Cgil dichiara da subito lo stato di agitazione del personale".

E dopo la proclamazione dello stato di agitazione, l'azienda ha comunicato che pagherà gli stipendi entro l'8 settembre. Soddisfatto Conte che sottolinea come l'impegno per difendere i diritti dei lavoratori abbia prodotto questo primo esito positivo: "Ora ci attendiamo - afferma - che l'azienda rispetti i suoi impegni"

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