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Cronaca

“Vessazioni sul posto di lavoro”. La coda dello sciopero nell’azienda San Lazzaro

I segretari di Flai Cgil e Cgil denunciano "fatti gravissimi", presumibilmente messi in atto dall'azienda che ha "calpestato il diritto di sciopero". "Lavoratori cacciati al momento dell'arrivo". L'amministratore unico smentisce: "Nessuna malversazione, farò valere le mie ragioni"

LECCE – La vertenza dei 37 lavoratori dell’azienda Casearia Salentina srl, produttrice di latticini e prodotti caseari per il noto marchio “San Lazzaro”, sembra aver preso una piega del tutto imprevista. In segno di protesta per le mensilità arretrate dall’amministrazione aziendale, in quadro del tutto variegato per la platea dei lavoratori che in alcuni casi non percepirebbero lo stipendio dall’inverno 2013, la Flai Cgil aveva indetto due giorni di sciopero per il 17 ed il 18 settembre. Programmando anche un sit-in ai piedi dello stabilimento che ha raccolto un’ampia partecipazione.

La coda della protesta, però, ha creato un grande sconcerto a causa della denuncia, firmata dai due segretari Cigl, generale e di categoria, rispettivamente Salvatore Arnesano e Antonio Gagliardi, volta a rendere noti “alcuni fatti accaduti nelle ultime 12 ore all’interno dello stabilimento della Casearia salentina srl di Lecce”.

“Al rientro sul proprio posto di lavoro – spiegano i due -, dopo lo sciopero di 48 ore organizzato dalla Flai Cgil Lecce i lavoratori, in particolare quanti vi hanno aderito, sono stati sottoposti a veri atti ritorsivi da parte dell’amministratore unico dell’azienda”.

I sindacalisti entrano nel dettaglio delle presunte ritorsioni: “Per alcuni si è trattato di piccole ma pesanti vessazioni durante l’orario di lavoro, come cambi e spostamenti improvvisi di mansioni”. In altri due casi si sarebbero verificati “ comportamenti ancora più gravi”: “Sono stati infatti letteralmente cacciati dal posto di lavoro al momento del loro arrivo, durante il turno delle 3 di notte”.

“L’amministratore unico – aggiungono - ha giustificato questo atto dicendo che non c’era lavoro da fare, mentre invece all’interno della fabbrica alcuni lavoratori venivano sovraccaricati”. Uno dei due lavoratori, in seguito a questi episodi, si sarebbe rivolto ai carabinieri che, stando al resoconto dei segretari Cgil, si sono quindi recati sul posto per verbalizzare quanto avvenuto. “È immaginabile il clima di preoccupazione e di timore che in queste ore si sta diffondendo tra i lavoratori –denunciano Gagliardi - . Ed  è evidente l’obiettivo da parte dell’azienda”. 

I sindacalisti assicurano il loro duro intervento per fronteggiare questa situazione, sottolineando come “episodi così gravi calpestano il diritto di sciopero dei lavoratori”. Ed i dipendenti dell’azienda casearia altro non starebbero facendo che rivendicare il riconoscimento di diritti sacrosanti, come il rispetto del contratto di lavoro e delle leggi. “Questi atteggiamenti non aiutano quanti stanno lavorando, tra mille difficoltà, per l’interesse e la tenuta occupazionale e sociale del territorio”, puntualizza Salvatore Arnesano.

“Peraltro siamo ancora in attesa di essere convocati dall’azienda -  prosegue il responsabile della categoria Flai, Gagliardi – cosa che normalmente si dovrebbe fare all’indomani di uno sciopero per ascoltare e discutere delle legittime richieste dei lavoratori. La nostra organizzazione sindacale è determinata a tutelare e difendere questi lavoratori, i loro diritti e le loro rivendicazioni con tutti i mezzi che ci sono consentiti”.

“I lavoratori scioperanti sono stati 9 e non 37 e al rientro non vi è stata alcuna malversazione né di ordine verbale né di ordine intimidatorio né di ordine ritorsivo. Tutte le  maestranze hanno operato in assoluta armonia” . Queste le parole che l 'amministratore unico dell'azienda, Marcello Petracca, ha descritto quanto accaduto questa mattina. “Al contrario di quanto dichiarato dal segretario della FIai-Cgil e dal segretario provinciale della  Cgil, abbiamo chiesto un incontro con vari punti all'ordine del giorno, tra cui, ovviamente, quelli oggetto dell'azione di protesta”, ha proseguito. “Mi sembra che tutti gli episodi, anche i più banali, vengano strumentalizzati per coprire di fango le nostre azioni. Ho sempre considerato I'azienda come una famiglia. In passato le variazioni di orario venivano concordate e condivise alla pausa caffè con buona pace di tutti. In questo contesto cerco di avere la calma necessaria per affrontare le problematiche e non cadere nella trappola della provocazione”, ha proseguito Petracca, per poi concludere:  “Però non permetterò a nessuno di diffondere notizie false e tendenziose che screditino la mia persona e I'azienda che rappresento. Ove fosse necessario farò valere le mie ragioni nelle sedi competenti”. 

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