Smog in città, centralina supera limite per 23 volte
Polveri sottili che inquinano l'aria: 23, 16, 6, non sono numeri al Lotto ma le volte che le centraline per la misurazione del PM10 hanno sforato a Lecce, viale Grassi, piazza Libertini e Santa Rosa
Redazione
30 novembre 2009 12:09
LECCE - Oggi, con il vento di scirocco, sembrerebbe il giorno meno adatto per ritornare sull'argomento. Eppure, l'aria che si respira a Lecce è pessima. Qualcuno se ne è accorto durante la settimana appena trascorsa, quando la città barocca sembrava essere stata trasferita di sana pianta in Val Padana. Nebbia, umido e aria ferma. Ma le solite denunce giunte dai cittadini che lamentavano l'aria irrespirabile, acida quando arriva in gola, peggio quando esce dalle narici, sono rimaste lettera morta, mentre l'amministrazione comunale presentava in piazza Sant'Oronzo tre nuovi bus antinquinamento alimentati a gas. Vai a capire.
E i dati forniti dall'Arpa, l'Agenzia regionale per la protezione ambientale, d'altronde, non sono certo incoraggianti. Percentuali sulla misurazione del PM10 attraverso le centraline di monitoraggio sulla qualità dell'aria, le cosiddette polveri sottili, che tutti i giorni le marmitte delle auto sparano nella nostra atmosfera. Lecce, d'altronde, muta le sue abitudini, ipocritamente, per certe cose, ma lo fa. E se ne frega di tutto, sì… Provate a contare le auto carro armato che circolano in città, nel centro storico, nel centro e basta, e sui viali. Più la tua auto è grande, maestosa, 4x4, super, special, immensa, che di più non si può, più sei bravo. E ti fanno anche i complimenti, masticando invidia nella chewingum che centrifuga tra i denti. Ti fermano e ti dicono ma che bell'auto, e non "ma quanto inquina", "quanto consuma". Da qui, alle polveri sottili, allo stile di vita incentrato nel rispetto dell'ambiente, il passo è assai breve. Lecce, continua a non capire nulla di tutto questo. E si affida a tre bus a gas, all'anno domini del Filobus, a piste ciclabili che si arrampicano sui marciapiedi e perennemente vuote.
Vi era, poi, un altro progetto del Comune di Lecce, già. Quello per cui sarebbe stato vietato ai bus extraurbani giungere in città, come le conferenze stampa rimaste lettera morta su l'area terminal per i trasporti su gomma, turistici e non, all'ingresso di Lecce dalla superstrada.
Ora, basta sapere che la centralina di via San Pietro in Lama, viale Grassi, per intenderci, nei pressi del comando dei Vigili del fuoco, centralina di recente collocazione, ha registrato dall'inizio dell'anno lo sforamento del valore limite di PM10 (50 µg/m³), qualcosa come 23 volte.
Segue, nella classifica "nera" dell'aria che si respira a Lecce, il quartiere Santa Rosa. Lì, la centralina è in via Garigliano, il valore limite è stato superato 16 volte, sempre dall'inizio dell'anno. Più confortante, si fa per dire, la situazione in pieno centro, piazza Libertini, dove gli sforamenti del PM10 che si contano, sono solo un paio.
Piazza Palio. Qui lo sforamento registrato in un anno è di 6 volte, con la media giornaliera rilevata dalla centralina che si attesta intorno a 30 µg/m³.
Ma, a parte questi picchi del PM10, fissati, come detto, a 50 µg/m³ (la sigla PM10 identifica materiale presente nell'atmosfera in forma di particelle microscopiche, il cui diametro aerodinamico medio è uguale o inferiore a 10 µm, ovvero 10 millesimi di millimetro), la media giornaliera delle polveri che respiriamo supera abbondantemente 30 µg/m³. Insomma, non è proprio il massimo della qualità.
Ancora un dato che, se non interessa i leccesi, sarebbe opportuno conoscessero i salentini che abitano dalle parti di Villa Baldassarri, frazione di Guagnano. Ebbene, lì la centralina di monitoraggio ha sforato il valore limite, dall'inizio dell'anno, di 20 volte.
Questo per dire che un'attenzione globale sulle tematiche ambientali salentine dovrebbe uscire dai convegni, dalle tavole rotonde, diffidare dai proclami propagandistici della politica per restare, quell'attenzione, sulle strade. Esattamente lì, dove nasce il problema.
E i dati forniti dall'Arpa, l'Agenzia regionale per la protezione ambientale, d'altronde, non sono certo incoraggianti. Percentuali sulla misurazione del PM10 attraverso le centraline di monitoraggio sulla qualità dell'aria, le cosiddette polveri sottili, che tutti i giorni le marmitte delle auto sparano nella nostra atmosfera. Lecce, d'altronde, muta le sue abitudini, ipocritamente, per certe cose, ma lo fa. E se ne frega di tutto, sì… Provate a contare le auto carro armato che circolano in città, nel centro storico, nel centro e basta, e sui viali. Più la tua auto è grande, maestosa, 4x4, super, special, immensa, che di più non si può, più sei bravo. E ti fanno anche i complimenti, masticando invidia nella chewingum che centrifuga tra i denti. Ti fermano e ti dicono ma che bell'auto, e non "ma quanto inquina", "quanto consuma". Da qui, alle polveri sottili, allo stile di vita incentrato nel rispetto dell'ambiente, il passo è assai breve. Lecce, continua a non capire nulla di tutto questo. E si affida a tre bus a gas, all'anno domini del Filobus, a piste ciclabili che si arrampicano sui marciapiedi e perennemente vuote.
Vi era, poi, un altro progetto del Comune di Lecce, già. Quello per cui sarebbe stato vietato ai bus extraurbani giungere in città, come le conferenze stampa rimaste lettera morta su l'area terminal per i trasporti su gomma, turistici e non, all'ingresso di Lecce dalla superstrada.
Ora, basta sapere che la centralina di via San Pietro in Lama, viale Grassi, per intenderci, nei pressi del comando dei Vigili del fuoco, centralina di recente collocazione, ha registrato dall'inizio dell'anno lo sforamento del valore limite di PM10 (50 µg/m³), qualcosa come 23 volte.
Segue, nella classifica "nera" dell'aria che si respira a Lecce, il quartiere Santa Rosa. Lì, la centralina è in via Garigliano, il valore limite è stato superato 16 volte, sempre dall'inizio dell'anno. Più confortante, si fa per dire, la situazione in pieno centro, piazza Libertini, dove gli sforamenti del PM10 che si contano, sono solo un paio.
Piazza Palio. Qui lo sforamento registrato in un anno è di 6 volte, con la media giornaliera rilevata dalla centralina che si attesta intorno a 30 µg/m³.
Ma, a parte questi picchi del PM10, fissati, come detto, a 50 µg/m³ (la sigla PM10 identifica materiale presente nell'atmosfera in forma di particelle microscopiche, il cui diametro aerodinamico medio è uguale o inferiore a 10 µm, ovvero 10 millesimi di millimetro), la media giornaliera delle polveri che respiriamo supera abbondantemente 30 µg/m³. Insomma, non è proprio il massimo della qualità.
Ancora un dato che, se non interessa i leccesi, sarebbe opportuno conoscessero i salentini che abitano dalle parti di Villa Baldassarri, frazione di Guagnano. Ebbene, lì la centralina di monitoraggio ha sforato il valore limite, dall'inizio dell'anno, di 20 volte.
Questo per dire che un'attenzione globale sulle tematiche ambientali salentine dovrebbe uscire dai convegni, dalle tavole rotonde, diffidare dai proclami propagandistici della politica per restare, quell'attenzione, sulle strade. Esattamente lì, dove nasce il problema.
Redazione
30 novembre 2009 12:09
