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Cronaca

Casa di appuntamenti, dai domiciliari i due fratelli finiscono in carcere

Insufficienti gli arresti domiciliari per Antonio e Teresa Sorrento, che dovranno rispondere di sfruttamento della prostituzione. E' il parere del gip, che ha firmato l'ordinanza per la custodia cautelare nel penitenziario

 

LECCE – Per quell'accusa di sfruttamento della prostituzione gli arresti domiciliari ai fratelli Antonio e Teresa Sorrento, rispettivamente di 57 e 61 anni, entrambi noti alle forze dell' ordine e residenti a Veglie, sono insufficienti. Così Il gip Carlo Cazzella ha firmato l’ordinanza che dispone per loro la custodia cautelare in carcere, eseguita poi dai carabinieri del Norm di Campi Salentina. 
 
L'attività investigativa è partita da alcune segnalazioni di movimenti sospetti in località "Monteruga", alla periferia di Veglie. Stando alle telefonate di alcuni testimoni, un piccolo stabile era stato trasformato in casa d'appuntamenti. Ore di piacevole compagnia femminile, per poche decine di euro. Discreto ed economico.
 
Inoltre, Antonio Sorrentino, quella la stessa mattina, intorno alle 7, già ai domiciliari - che aveva disposto, anche per la sorella, il pm di turno Paola Guglielmi -, stando a quanto appurato dai militari, sarebbe stato sorpreso allontanarsi dalla sua abitazione di Guagnano, e pertanto arrestato in flagranza per il reato di evasione. I due fratelli sono stati accompagnati presso il carcere di Lecce.
 

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