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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

La relazione finisce e lui la perseguita: “Ti sei scritta il nome sulla bara”. Condannato

Inflitti tre anni e mezzo a un uomo accusato di aver tormentato la ex, con pedinamenti, appostamenti e minacce, e danni alla vettura. A subire ritorsioni, anche un’amica della donna che voleva proteggerla

LECCE - Doveva essere solo sua e guai a chi provava a proteggerla, rafforzando la distanza da lui. Avrebbe provato a tenerla in riga a suon di minacce e di danni alla vettura.

Ha raccontato questo il processo che si è chiuso, nei giorni scorsi, davanti alla giudice della prima sezione penale del tribunale di Lecce Annalisa De Benedictis che ha inflitto una condanna a tre anni e mezzo di reclusione (a fronte dei due e mezzo invocati dalla Procura) a F.R., un 56enne di Statte (in provincia di Taranto) accusato di stalking nei riguardi della donna con cui aveva avuto una relazione sentimentale e di danneggiamenti nei riguardi di quest’ultima e anche di una sua amica.

Alle due malcapitate, che si erano costituite parte civile con le avvocate Veronica Merico e Laura Manco, è stata riconosciuta una prima liquidazione del risarcimento del danno: 10mila euro alla prima e mille alla seconda. Il resto sarà valutato in separata sede.

A mandare al banco degli imputati l’uomo era stata la gip Giulia Proto con un decreto di giudizio immediato in cui nero su bianco era stata riportata la lunga sequela di persecuzioni subite dalla ex, in seguito alla chiusura della relazione, iniziata nel 2010 e conclusa, per volontà di lei, nel dicembre del 2019. 

Il primo episodio risalirebbe al 23 marzo del 2021, quando con un coltellino le avrebbe forato, in sua presenza, gli pneumatici della vettura, parcheggiata nei pressi di casa, in un comune del basso Salento.

Lo stesso trattamento l’avrebbe “riservato” in seguito all’amica, la notte del 12 giugno dello stesso anno. Gli appostamenti e i pedinamenti sarebbero stati continui e, a fermarli, non sarebbero bastati neppure i carabinieri. In una circostanza, infatti, dopo l’intervento dei militari, il 56enne fu costretto ad allontanarsi, ma già qualche ora dopo, la sua presenza sarebbe tornata ad essere ingombrante nella vita della vittima. 

“Ti sei scritta da sola il nome sulla bara”, “ti mando sulla sedia a rotelle… gli anni che mi faccio di carcere te li faccio fare di giorni di ospedale”: alcune delle frasi che avrebbe rivolto alla donna. Per invitare le amiche a non interferire nella vicenda, invece, avrebbe usato frasi del tipo: “Attente ai vostri mariti”.  Riguardo ai danneggiamenti, all’imputato erano attribuiti anche, la rottura del vetro del parabrezza, del radiatore e dello sportello della vettura della ex.

Non appena saranno depositate le motivazioni (entro novanta giorni), la difesa, rappresentata dall’avvocata Elita D’Amilo, valuterà il ricorso in appello.

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