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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Calimera

Tentato omicidio davanti a un bar, 30enne condannato a 12 anni di reclusione

Emessa la sentenza, nel processo discusso col rito abbreviato, per Antonio Sebastian Dell’Anna, di Merine, accusato dell’episodio avvenuto a Calimera, il 2 ottobre del 2022

CALIMERA - E’ stato condannato a 12 anni di reclusione Antonio Sebastian Dell’Anna, il 30enne di Merine accusato di tentato omicidio, per aver aperto il fuoco di una pistola contro Giovanni Doria, di 56 anni, in via Basilicata, nei pressi di un bar, a Calimera, la sera del 2 ottobre del 2022. 
La sentenza è stata emessa questo pomeriggio dal giudice del tribunale di Lecce Angelo Zizzari, al termine del processo discusso col rito abbreviato che ha consentito all’imputato (che rispondeva anche di lesioni personali gravissime, detenzione e porto di arma clandestina, ricettazione) di beneficiare dello sconto di un terzo della pena.
In aula, la pubblica accusa, rappresentata dalla sostituta procuratrice Donatina Buffelli, titolare delle indagini svolte con i carabinieri del nucleo investigativo, aveva invocato 21 anni di reclusione.
Riconosciuto il risarcimento del danno da quantificarsi e liquidarsi in separata sede, e una cospicua provvisionale, alla vittima, parte civile con l’avvocata Elisa Cappello, che riuscì a salvarsi per miracolo: sottoposta a diversi interventi chirurgici, ora è ricoverata in un ospedale di Comunità, in attesa di essere trasferita in una struttura dove poter svolgere fisioterapia, a causa delle gravissime lesioni subite.
Stando alle carte dell’inchiesta, Dell’Anna avrebbe programmato l'azione, con l'intenzione di “eliminare” il 56enne per motivi legati alla gestione dello spaccio di sostanze stupefacenti.
Fondamentali a ricostruire l’accaduto, furono i filmati ripresi dalle telecamere di sorveglianza della zona, le intercettazioni, l’ascolto di alcuni testimoni e l’analisi dei tabulati telefonici.
In particolare, secondo inquirenti e investigatori, l’imputato avrebbe raggiunto il luogo in cui si trovava il malcapitato con un’auto, una Peugeot, condotta da un altro individuo (rimasto ignoto); sceso dal mezzo, gli avrebbe esploso quattro colpi di pistola, tre alla gamba sinistra e uno al basso ventre, per poi dileguarsi col veicolo.
Il delitto sarebbe stato compiuto dal 30enne, durante la sua latitanza, poiché ammesso al regime di semilibertà si rese irreperibile. A rintracciarlo, su un’auto a Surbo, il 18 novembre del 2022, furono i militari che gli trovarono addosso una calibro 7,65 nascosta nei pantaloni, con matricola abrasa e caricatore inserito con 8 cartucce.
La consulenza tecnica svolta sulla pistola e l’esame balistico avrebbero poi accertato la perfetta coincidenza, tra questa e l’arma del delitto. 
Non appena saranno depositate le motivazioni del dispositivo (entro novanta giorni) che ha imposto all’imputato l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e la libertà vigilata per tre anni, l’avvocata Chiara Fanigliulo, che assiste Dell’Anna, valuterà il ricorso in appello. 
 

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