Terremoto in Emilia. Le voci dei salentini dalle zone che hanno tremato
La Provincia annuncia la disponibilità immediata di protezione civile e volontari. La scossa più forte, questa mattina, è stata di magnitudo 5,8 tra Carpi, Medolla e Mirandola. Paura per molti salentini residenti al Nord
LECCE - Lo sciame sismico ha colpito, nuovamente, e in maniera violenta i territori già martoriati nella notte tra il 19 e il 20: l'epicentro è ancora una volta nel modenese, precisamente a Medolla. Due le scosse più forti che hanno gettato nel panico le popolazioni colpite duramente dieci giorni addietro: la prima alle 9 di magnitudo 5.8, la seconda, leggermente meno forte (5.3) ma lunga un'eternità secondo quanto raccontato dai testimoni, pochi minuti prima delle 13. Il bollettino delle vittime è ancora provvisorio, al momento si contano quindici morti, tra cui il parroco della chiesa di Santa Caterina a Rovereto colpito dal crollo di calcinacci mentre stava effettuando un sopralluogo con un vigile nel tentativo di recuperare una statua della Vergine. Sono impressionanti le cifre della tragedia odierna: oltre alle vittime accertate, ci sono almeno sette dispersi e duecento feriti mentre il numero degli sfollati è salito dai seimila del primo terremoto ai quattordicimila complessivi dopo la terribile mattinata odierna.
"La scossa di oggi è stata molto più sussultoria rispetto a quella del 20 maggio, i mobili si sono spostati e ci siamo precipitati fuori di casa. Nel parco abbiamo vissuto la seconda, fortissima, una scena terribile", ha detto Alessandra Luperto, studentessa leccese della Facoltà di Farmacia, raggiunta telefonicamente nel Parco Ducale di Modena, nei pressi dell'accademia militare, dove si trova insieme a centinaia di altre persone che, spaventate, hanno lasciato la propria abitazione. Il terremoto è stato avvertito in tutta la sua forza anche a Bologna, dove le scuole sono state evacuate, ma anche a Forlì, a Firenze e a Pisa dove è stato chiuso lo storico Palazzo della Sapienza, sede della Facoltà di Giurisprudenza e meta quotidiana di decine di salentini iscritti nell'ateneo pisano.
Il sisma ha allarmato anche i milanesi, e la eco delle scosse è arrivata fino al Piemonte e al Veneto. Giuseppe Ariano lavora come rappresentante di una casa editrice e ha risposto alla chiamata di LeccePrima da un istituto scolastico di Triuggio, in Brianza, sgomberato in fretta e furia: "Non ti rendi conto di cosa sia un terremoto finché non lo vivi: mentre stavo lavorando in azienda, la sedia oscillava da una parte all'altra così come una porta di ferro, di circa tre metri. Il rumore del terremoto è una cosa terribile, è come quando si sente arrivare da lontano l'onda del mare, ma in quel caso sai che non ti può colpire".
Naturalmente c'è chi, potendolo fare, sta pensando di rientrare temporaneamente nel Salento: la terra continua a tremare e l'ansia dovuta a dieci giorni di scosse ininiterrotte non lascia dormire nè vivere con un briciolo di serenità.
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Dal Salento solidarietà della Provincia: volontari e protezione civile a disposizione.