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Cronaca

Tifosi dell’Inter aggrediti al “Via del Mare”, imputati tre supporter del Lecce

Finisce al vaglio del giudice una brutta pagina di sport scritta il 19 gennaio del 2020, durante il match di serie A disputato al “Via del Mare”. Ad avere la peggio una 40enne di Fasano, un ragazzino di Conversano e un tifoso interista del posto

LECCE - Dagli spalti dello stadio al banco degli imputati: è qui che sono finiti i tre tifosi del Lecce accusati di aver aggredito tre sostenitori dell’Inter durante il match di serie A disputato al “Via del Mare” il 19 gennaio del 2020.

Uno di questi, Antonio Capone, 52enne di Copertino, oggi ha chiesto e ottenuto di essere giudicato col rito abbreviato. L’istanza, avanzata attraverso l’avvocato Paolo Spalluto, è stata accolta in mattinata dal giudice Michele Toriello.

Il processo si discuterà il 7 settembre e nella stessa giornata proseguirà l’udienza preliminare nei riguardi degli altri due imputati che non hanno fatto richieste di rito alternativo: Stefano Vernole, 30enne di Copertino, ed Eris Spedicati, 21enne di Campi Salentina.

Per questi, l’avvocato Giuseppe Milli ha chiesto il “non luogo a procedere”.

A scatenare la violenza sui gradoni della curva sud sarebbe stato il gol segnato dall’Inter al secondo tempo e a subirla sarebbero stati in tre: una 40enne di Fasano (nel Brindisino), che era con compagno e figli, fu colpita con calci e pugni e finì in ospedale con un trauma cervicale giudicato guaribile in dieci giorni; un 14enne di Conversano (in provincia di Bari), per la prima volta allo stadio, in compagnia del padre, fu spinto dai gradoni in cemento del campo sportivo, dopo che gli fu strappata la sciarpa; un salentino, “colpevole” di sostenere anche lui la squadra avversaria, fu afferrato per il giubbotto e colpito con un pugno allo zigomo sinistro e privato della sciarpa neroazzurra che poi fu data alle fiamme.

A individuare i tre tifosi come responsabili, con la successiva iscrizione sul registro degli indagati per lesioni aggravate, tentata rapina, rapina, furono gli agenti della Digos, grazie alla visione dei filmati amatoriali pubblicati sui sociali network e circolati sui diversi canali delle due tifoserie.

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