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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca Santa Cesarea Terme

Triduo Pasquale: tra fede e folklore i riti nel Salento

Tutto il Salento si prepara alla festa di Pasqua, con numerosi appuntamenti di fede e folklore in numerose città: attesa per il venerdì santo con cortei e processioni tra Gallipoli, Maglie, Cerfignano

SANTA CESAREA TERME - Tornano gli attesi riti della settimana santa in tutto il Salento: tra ieri sera e stamattina, nelle diocesi della provincia, con la benedizione degli oli sacri (quelli da usare per tutto l'anno per i Sacramenti del Battesimo, Cresima e Ordine Sacro e gli altri tre oli usati per il Battesimo, Unzione degli Infermi e per ungere i Catecumeni), hanno preso il via le celebrazioni in preparazione del Triduo Pasquale, che parte stasera con la suggestiva commemorazione dell'Ultima cena di Cristo e del gesto della Lavanda dei piedi ai discepoli.

Dappertutto, nel Salento, sono stati allestiti e verranno aperti per l'intera notte, in funzione della preghiera e dell'adorazione, i cosiddetti (anche se impropriamente) "sepolcri", ossia gli altari, dove si conserva l'Eucaristia, nel giorno in cui i riti liturgici si concludono con la reposizione in un cappella laterale delle chiese, addobbata per ricordare l'istituzione del Sacramento. Ma grande è la trepidazione per gli appuntamenti del venerdì santo, dove le azioni liturgiche (note come "misse scerrate") si uniscono con tradizioni millenarie, che attraversano l'intero Salento: diverse e caratteristiche le processioni, che si svolgono sul territorio, dove oltre all'esposizione del simulacro del corpo di Cristo Morto, vi è l'immagine della Madonna Addolorata, che piange il figlio: tra le più significative le processioni di Gallipoli, quella dei Misteri di Maglie, alla presenza delle prefiche, che cantano un inno monotono e struggente, accompagnato dai tromboni della banda, e quella del sabato mattina a Galatina, partecipata e ricca di confraternite. Dappertutto si snodano i cortei del venerdì e del sabato santo, oppure la "Via Crucis" cittadina, nel ricordo delle ultime ore di Cristo prima della morte e della sepoltura.

Singolare per ragioni storiche è la "Notte dei Misteri" nella frazione di Santa Cesarea, la piccola Cerfignano, gestita dalla Confraternita dell'Immacolata Concezione, che, quando venne istituita nell'anno 1789 da Ferdinando IV di Borbone con conseguente Regio Assenso, tra le sue regole aveva lo svolgimento del Pellegrinaggio Penitenziale alla volta delle chiese cittadine; nel 1889, il Priore Tiburzio Del Vantesino fece dono alla sua Confraternita delle sacre immagini dell'Addolorata e del Cristo Morto, contribuendo a convertire l'arcaico pellegrinaggio penitenziale in processione penitenziale del Venerdì Santo: ad aprire la processione era come lo è tutt'oggi il confratello "Trozzulante", il quale agitando il crepitacolo, composto da maniglie e borchie metalliche, producendo il caratteristico rumore, annunciava per le strade il passaggio della Processione oltre ad invitare gli intervenuti al rispetto, al silenzio e alla preghiera.

Terminata l'Azione Liturgica dell'Adorazione della Croce nella parrocchia, la comunità si raduna di fronte al portone chiuso della Chiesa della Confraternita: alle ore 20.30, aprendosi il portone appare sulla soglia il Confratello "trozzulante" il quale annuncia che sta per avere inizio la processione, portando nella mano destra la troccola e nella sinistra il bastone del pellegrinaggio, al quale si accompagna per tutto il percorso della processione; a lui segue il gonfalone nero simbolo della confraternita a cui segue la Croce dei misteri e poi nell'ordine le statue di Cristo nell'orto, di Cristo alla colonna, di Ecce Homo, di Cristo carico della Croce, del Crocefisso e di Cristo morto nella sua urna luminosa. Seguono le consorelle e i confratelli dell'Immacolata e poi la statua della Vergine Addolorata.

La banda musicale, eseguendo marce funebri delinea il suggestivo scenario della processione che lungo il suo percorso incontra meravigliose gallerie illuminate dalle ciotole di cera poste per ambo i lati della strada, in un corteo che termina nella Chiesa madre dove il parroco tiene il panegirico sulla Passio Christi. Al termine i confratelli riprendono il cammino per riportare le venerate immagini nella Chiesa della Confraternita: il rientro è previsto intorno alla mezzanotte. Per tutto il sabato, fino al tramonto, le statue della Passione rimangono esposte alla pubblica venerazione dei fedeli.

Il sabato, in genere, è tempo di silenzio, in attesa della Veglia Pasquale, che rappresenta il momento più alto delle celebrazioni di questi giorni: nella notte di sabato, all'approssimarsi della domenica, i credenti si ritrovano nelle loro comunità parrocchiali, per fare memoria della notte santa in cui Cristo è risorto, notte che, come ripete l'Exultet (il preconio o annuncio pasquale cantato nella veglia ), "ricongiunge la terra al cielo e l'uomo al suo creatore". Si prepara un cero pasquale, nuovo ogni anno, fatto di cera, unico, sufficientemente grande, per poter simboleggiare Cristo luce che illumina il mondo con la gloria della sua risurrezione, mentre, nella veglia, si leggono i testi dell'Antico e del Nuovo Testamento, che raccontano gli avvenimenti culminanti della storia della salvezza. Nella veglia, si viene associati alla Pasqua di Cristo, anche attraverso il sacramento del Battesimo, con il rinnovo delle promesse battesimali dei credenti e l'aspersione con l'acqua benedetta.

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