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Cronaca

Tumori nel leccese, Cerano sotto la lente del Comune

L'assessorato alla Sanità convocherà un incontro con i colleghi delle amministrazioni del Nord Salento, Arpa e Ausl per stabilire attraverso i dati sulle patologie le responsabilità della centrale

E se fosse Cerano? Se ne parla da sempre, ed i sospetti che molti tumori nel Nord Salento e nel capoluogo possano essere provocati dalla centrale del brindisino esistono ormai da anni. Dopo i recenti casi che sono venuti alla luce nella marina di Frigole (dove i residenti nutrono sospetti nei confronti delle tubature d'amianto risalenti ai tempi del Duce, ma anche sulla stessa centrale a carbone), il Comune di Lecce sta iniziando ad assumere qualche iniziativa.

Prima l'assessore Antonio Bianco ha manifestato l'intenzione di modificare le tubature, effettivamente obsolete. Ora interviene anche l'assessore all'Igiene, sanità e randagismo Alfredo Magliaro, che, considerano l'incidenza delle patologie tumorali manifestate, ha convocato per martedì 17 aprile tutti gli assessori alla Sanità dei Comuni interessati, il direttore generale dell'Arpa Puglia e il responsabile del Dipartimento di prevenzione della Ausl. Obiettivo: valutare con maggiore attenzione le risultanze di tutte le centraline per istituire il registro generale dei tumori.

"Siamo certi in questo modo di poter dare un contributo ad un problema veramente annoso e di avere dati con i quali poter predisporre un progetto di prevenzione riguardo la salute di tutti i cittadini - dice l'assessore Pagliaro - successivamente comunicheremo i risultati anche attraverso l'Osservatorio Socio sanitario".

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