Uomo-sandwich: "No a mala gestione porto di Tricase"
Pescatore 57enne si trasforma in uomo-sandwich e ritorna sull'argomento gestione del porto di Tricase. E lo ha fatto inscenando questa mattina una protesta di fronte la sede della Prefettura di Lecce
Redazione
15 maggio 2009 11:55
Il signor Alfredo, pescatore di 57 anni, questa volta si trasforma in uomo-sandwich e ritorna sull'argomento "Porto di Tricase". E lo ha fatto inscenando questa mattina una protesta di fronte la sede della Prefettura di Lecce, in via XXV Luglio.
"E' vergognoso che le Istituzioni e la Magistratura pur essendo a conoscenza che oltre 300 persone residenti vicino al porto di Tricase - si legge su uno dei cartelli che si porta appresso - sono in costante pericolo di vita, fanno finta di nulla. Tricase è la dimostrazione che la vita umana non conta nulla davanti ai soldi. Le televisioni italiane, quasi tutti i giorni nei loro Tg parlano di sicurezza sul lavoro. A Tricase è consentito violare tutte le leggi senza subire nessuna conseguenza, lo dimostra il fatto che da 12 anni - continua - il porto turistico di Tricase opera sprovvisto di tutto, agibilità, piano antincendio, personale di sorveglianza. Praticamente un porto fantasma. L'importante e fare pagare i cittadini".
La vicenda è dello scorso anno, quando il pescatore inscenò la sua prima protesta per caldeggiare la chiusura del porto, a suo dire, privo delle norme di sicurezza. Tutto questo dopo l'incendio della sua imbarcazione regolarmente ormeggiata. E anche la Procura decise di aprire un fascicolo, iscrivendo sul registro degli indagati una dipendente dell'ufficio tecnico comunale. Ed un secondo esposto lo fece giungere presso la sede provinciale dei vigili del fuoco.
Il 23 agosto del 2006, dopo l'incendio della sua barca, la capitaneria di porto di Gallipoli aveva disposto di un'ordinanza che concedeva una proroga dei lavori entro il 28 luglio. Cantiere che non sarebbe mai stato aperto. Altro elemento di assoluta gravità, è il fatto che il porto di Tricase dalle 20 alle otto mattina, è assolutamente abbandonato, privo di qualsiasi vigilanza.
"E' vergognoso che le Istituzioni e la Magistratura pur essendo a conoscenza che oltre 300 persone residenti vicino al porto di Tricase - si legge su uno dei cartelli che si porta appresso - sono in costante pericolo di vita, fanno finta di nulla. Tricase è la dimostrazione che la vita umana non conta nulla davanti ai soldi. Le televisioni italiane, quasi tutti i giorni nei loro Tg parlano di sicurezza sul lavoro. A Tricase è consentito violare tutte le leggi senza subire nessuna conseguenza, lo dimostra il fatto che da 12 anni - continua - il porto turistico di Tricase opera sprovvisto di tutto, agibilità, piano antincendio, personale di sorveglianza. Praticamente un porto fantasma. L'importante e fare pagare i cittadini".
La vicenda è dello scorso anno, quando il pescatore inscenò la sua prima protesta per caldeggiare la chiusura del porto, a suo dire, privo delle norme di sicurezza. Tutto questo dopo l'incendio della sua imbarcazione regolarmente ormeggiata. E anche la Procura decise di aprire un fascicolo, iscrivendo sul registro degli indagati una dipendente dell'ufficio tecnico comunale. Ed un secondo esposto lo fece giungere presso la sede provinciale dei vigili del fuoco.
Il 23 agosto del 2006, dopo l'incendio della sua barca, la capitaneria di porto di Gallipoli aveva disposto di un'ordinanza che concedeva una proroga dei lavori entro il 28 luglio. Cantiere che non sarebbe mai stato aperto. Altro elemento di assoluta gravità, è il fatto che il porto di Tricase dalle 20 alle otto mattina, è assolutamente abbandonato, privo di qualsiasi vigilanza.
Redazione
15 maggio 2009 11:55
