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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Usura, la Corte d'appello conferma la condanna per un suo ex impiegato

Confermata la condanna a due anni e mezzo di reclusione, inflitta a Giuseppe Greco, 63enne di Nociglia. Quattro i casi accertati, riguardanti due persone, che però non si sono costituite parte civile. Applicati tassi "capestro"

 

LECCE – I giudici della Corte d’appello di Lecce (presidente Giacomo Conte, a latere Consiglia Invitto e Antonio Del Coco) hanno confermato la condanna a due anni e mezzo di carcere, inflitta a Giuseppe Greco, 63enne di Nociglia, per usura, come richiesto dal procuratore generale Ferruccio De Salvatore. Ironia della sorta, Greco è un ex impiegato proprio nella Corte d’appello salentina.

La seconda sezione penale, nel gennaio dello scorso anno, aveva già ridimensionato la pena, in primo grado: il pubblico ministro d’udienza, Alessio Coccioli aveva infatti invocato una condanna a quattro anni di carcere, ma il collegio giudicante si era così espresso perché su dodici episodi inizialmente contestati, l’uomo era stato riconosciuto colpevole solo di quattro, che riguardano, nello specifico, due persone. Per altre sei imputazioni, a carico di una terza persona, Greco era già stato a suo tempo assolto “perché il fatto non sussiste”.

L’inchiesta nacque nel 2006 e fu coordinata dal pubblico ministero Patrizia Ciccarese. Le indagini sul campo furono condotte dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Tricase. Nel 2003, Greco avrebbe concesso prestiti a persone che conosceva, con tassi d’interesse “capestro”, ovvero, con percentuali che sarebbero persino arrivare, in un episodio, al 292 per cento. L’uomo era difeso dall’avvocato Francesco Vergine. Le presunte vittime non si sono costituite parte civile.

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