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Cronaca Veglie

"Paga e ti faccio lavorare nella ditta di pullman": autista infedele truffava disoccupati

Raffaele Faggiano, vegliese di 54 anni, ha fatto tutto all'insaputa della Marozzi, per cui lavora. Chiedeva somme da mille fino a 12mila euro. I carabinieri di Campi l'hanno incastrato grazie ad una delle vittime. Avrebbe incassato almeno 50mila euro. I più ancora non hanno sporto denuncia

VEGLIE – Raffaele Faggiano, vegliese di 54 anni, autista di pullman, ha fatto tutto all’insaputa della ditta per la quale lavora, la nota agenzia Marozzi. E con il suo sistema i carabinieri stimano oggi che possa aver incassato almeno 50mila euro. Sarebbero, infatti, una ventina le persone truffate. Sei hanno già presentato querela, altri tredici casi sono stati scoperti dagli investigatori dell’Arma in corso d’opera. Si tratta di giovani e meno giovani, tutti a caccia di un posto di lavoro. Persone di Lecce, Porto Cesareo, Veglie, Salice Salentino, ma anche del brindisino, come San Donaci e San Pancrazio Salentino.  

Faggiano fino ad oggi non aveva mai avuto un guaio con la giustizia. Persona al di sopra di ogni sospetto, avrebbe sfruttato la fame nera di questi periodi di crisi per spillare denaro. A spezzare la catena ci hanno pensato i militari della stazione di Veglie e dell'Aliquota Operativa di Campi Salentina. Gli uomini diretti dal maggiore Nicola Fasciano, questa mattina, l’hanno preso con le mani nel sacco, grazie alla collaborazione di una delle vittime, una ragazza di Veglie che non ha abboccato all’amo e che s’è presentata in caserma per denunciare i suoi sospetti. Mettendosi a disposizione dei carabinieri per incastrare l’uomo.

La ragazza ai militari ha raccontato che l’autista le aveva prospettato la possibilità di essere assunta nell'azienda dietro il pagamento di 2mila euro. Non una novità, per loro. Nei giorni precedenti, in altri comandi, erano state presentate già diverse denunce per truffe identiche. L’autore, sempre lo stesso, quell’uomo di 54 anni.

IMG-20140221-WA0001-2Insieme al pubblico ministero Antonio Negro, i carabinieri hanno quindi approntato una trappola, e si è concordato di procedere a una consegna controllata di denaro, dopo aver raccolto la disponibilità della ragazza che aveva subito il tentativo di truffa. E così ieri sera, la giovane ha chiamato l’uomo, dicendosi disponibile a versare un anticipo di 500 euro sui 2mila richiesti. I due si sono dati appuntamento questa mattina davanti ad un bar di Veglie, intorno alle 7,30. Nei pressi del quale, ovviamente, si sono appostati in maniera discreta anche i carabinieri, dopo aver fotocopiato le banconote da usare come esca.

A un gesto della ragazza, già concordato per segnalare l’avvenuta consegna dei soldi, i militari sono usciti allo scoperto ed hanno fermato Faggiano. Questi in un primo momento si è difeso sostenendo che si trattava di soldi prestatigli, ma, incalzato, alla fine non ha retto più ed ha ammesso la truffa.

FAGGIANO RAFFAELE.jpg1-2Le sorprese più grosse dovevano però ancora arrivare. Durante la perquisizione di auto e abitazione, dalle carte sequestrate sono emersi altri tredici episodi di truffe consumate e che le vittime ancora non hanno denunciato. Le somme percepite variano da mille fino, addirittura, a 12mila euro.

Faggiano aveva organizzato tutto in maniera quasi “professionale”. Ovvero, fascicolo con nominativi,  fototessere, fotocopie dei documenti d'identità, bozze dei contratti preliminari di assunzione, certificati medici di idoneità al lavoro. Tutta documentazione, sostengono gli inquirenti, che chiedeva per rendere più credibile la messinscena.

L’uomo, ora, risponde di truffa aggravata. L’aggravante è scattata perché il reato è stato commesso approfittando delle particolari circostanze in cui versano le vittime, tali da impedire loro la privata difesa. In altre parole, si è riconosciuto il particolare stato di necessità, tale da abbassare notevolmente la soglia di percezione dell'affidabilità e della credibilità altrui. 

L'uomo, nel pomeriggio, è già stato processato per direttissima per il singolo episodio della tentata truffa di questa mattina. Ha patteggiato nove mesi, con pena sospesa. Il pm aveva chiesto che rimanesse ai domiciliari. Il giudice Sergio Mario Tosi ha convalidato l'arresto, ma disposto la scarcerazione. L'uomo era difeso dagli avvocati Gino Gioffredi e Rocco Vincenti.

Per tutte le altre vicende si procederà separatamente. I carabinieri devono ancora ascoltare tutte le vittime. Faggiano, come minimo, rischia il licenziamento. E la Marozzi, con ogni probabilità, si costituirà parte civile nel probabile processo che scaturirà dal seguito dell'inchiesta.

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