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Cronaca

Gonne gettate nel water, insulti ai tavoli del bar: l'ex assillante finisce nei guai

Un 39enne leccese dovrà restare lontano dai luoghi frequentati dalla sua ex, una 35enne veronese. Nonostante la relazione terminata da oltre un anno, si sarebbe fatto avanti in tutti i modi, con atteggiamenti aggressivi. "Mettiti con un altro e gli cavo gli occhi"

VERONA – Le minigonne? Giù, nel water. Per lui erano troppo sconce. Peccato che lei, veronese 35enne, non volesse più saperne di quell’uomo, T.S., 39enne originario del leccese. Quindi, "consiglio" rispedito al mittente.

Finito l’amore e chiusa la relazione, per oltre un anno era rimasto lo strascico della gelosia.  Per ora il gip del tribunale scaligero gli ha fatto notificare dai carabinieri della stazione di San Michele Extra un’ordinanza di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla sua ex. Il rischio, qualora i comportamenti devianti dovessero proseguire, è che si arrivi anche alle manette.

Carattere focoso del Sud, si dirà. Più che altro, eccessi di diffidenza e ossessione. Comportamenti che non hanno una vera patria. Dalla Scandinavia al Sudafrica, di casi simili se ne trovano in tutte le sale.

Il 39enne salentino sarebbe stato assillante e provocatorio già nel periodo in cui si frequentava con la donna. Accecato dal timore che lei scomparisse con qualche estraneo, si sarebbe posto in agguato ai tavolini del bar in cui lavorava, vomitandole addosso e davanti a tutti offese e insulti. A suo dire sarebbe stata troppo aperta con i clienti. Forse avrebbe desiderato che restasse in silenzio e che servisse ai tavoli come una sorta di automa, senza  proferire una parola.

Inutile dire che un simile atteggiamento non ha fatto altro che allontanare la donna da lui. Ma quando gli avrà pronunciato a gran voce la fatidica frase rimasta per troppo tempo in sospeso nei pensieri, “basta, è finita, mi riprendo la mia vita”, la situazione è precipitata. E allora, via al classico repertorio da stalker: pedinamenti, appostamenti davanti casa, tergicristalli spezzati e specchietti retrovisori infranti. Per arrivare alle intimidazioni: “Mettiti con un altro e gli cavo gli occhi”. Elegante.

Il colmo è stato il giorno in cui ha forzato la porta e fatto irruzione in casa. Ha messo mani nel guardaroba, ha raccontato lei ai militari che hanno annotato per filo e per segno le parole, durante l’inevitabile ora della denuncia, ha afferrato le gonne più corte e le ha gettate nel gabinetto. Le trovava poco decorose.

Sono state la paura di aggressioni sempre più feroci e uno stato d’ansia continuo a spingere la ragazza a chiedere soccorso alle forze dell’ordine. Ora dovrà stare lontano da lei, non avvicinarsi a casa e luogo di lavoro e non cercarla in alcun modo.  

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