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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Via Brenta, sequestrati 6 milioni di euro a Guagnano

Nell'ambito dell'inchiesta condotta dalla Procura leccese, il gip Aprile ha effettuato il sequestro per equivalente. Se l'ipotesi di truffa dovesse essere confermata, i soldi andranno allo Stato

LECCE - La presunta truffa sulla compravendita dei palazzi di via Brenta sarebbe stata ordita per agevolare la Socoge di Pietro Guagnano. E proprio a lui nelle prime ore del pomeriggio è stato notificato un sequestro per equivalente finalizzato alla confisca per l'ammontare di circa 6 milioni di euro su contanti, titoli e quote societarie, al momento affidati ad un custode giudiziario. Da quanto si è appreso nessuna proprietà immobiliare è stata aggredita. Il provvedimento di sequestro, che porta la firma del gip Ercole Aprile su richiesta del pubblico ministero Imerio Tramis, si tramuterà in confisca se dovesse arrivare un pronunciamento di colpevolezza passato in giudicato. A quel punto tutto quanto ciò è stato posto sotto sequestro diventerà di proprietà dello Stato.

Ma perché un provvedimento così pesante proprio nei confronti di Pietro Guagnano? Perché solo lui? E perché solo lui è l'unico che non ha beneficiato di una misura attenuata, come invece è successo per Giuseppe Naccarelli, che dal carcere è passato ai domiciliari, e per Vincenzo Gallo che è di recente tornato a piede libero? Difficile dare una risposta, al momento si possono solo fare alcune ipotesi. Nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Ercole Aprile e poi nel provvedimento con cui il tribunale del riesame ha rigettato la richiesta di revoca dei domiciliari, l'ipotesi accusatoria ha sempre sostenuto che la presunta truffa sarebbe stata ordita al fine di agevolare Guagnano.

Perché il costruttore, sempre a detta degli inquirenti, avrebbe taciuto o falsamente rappresentato tutte quelle irregolarità urbanistiche dei palazzi, come il fatto che la zona sulla quale sono sorti era destinata a complessi residenziali e non ad uffici pubblici. Volumetrie aumentate, agibilità parziali che avrebbero permesso all'ingegner Piergiorgio Solombrino ed al geometra Roberto Brunetti di valutare un solo palazzo al prezzo esorbitante di 13 milioni di euro. Ma per l'acquisto degli immobili finora il Comune di Lecce ha sborsato più di 8 milioni di euro, canone poi sospesi per decisione del sindaco Paolo Perrone. A tanto ammonta il danno dell'operazione Brenta per l'ente. La più grossa truffa degli ultimi anni ai danni dei cittadini leccesi, così l'ha definita il giudice Ercole Aprile. Per ora c'è solo il sequestro ma forse qualcuno nelle prossime ore potrebbe decidersi a parlare.

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