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"Quando la scienza parlò salentino": oltre i pregiudizi sul Mezzogiorno

Domenica 8 ottobre, presso l'Archivio di Stato di Lecce, una mostra sulle grandi conquiste degli studiosi locali tra Sette e Ottocento

LECCE – “Quando la scienza parò salentino” è il titolo della mostra con cui l’Archivio di Stato di Lecce rivela le testimonianze della ricerca tecnico-scientifica in Terra d’Otranto tra Sette e Ottocento.

L’appuntamento è per domenica 8 ottobre, in occasione dell’iniziativa “Domenica di carta” promossa dal ministero dei Beni e della Attività Culturali e del Turismo. L’archivio sarà aperto in via straordinaria e gratuita dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19.

La scelta di questo percorso espositivo serve a mettere in evidenza – come si legge nella nota stampa – “come la provincia di Terra d’Otranto, a causa di un preconcetto che riguarda un po’ tutta l’Italia meridionale, ancora  diffuso e quasi inconsciamente radicato negli stessi abitanti, sia stata impropriamente collocata ai margini del circuito scientifico italiano ed internazionale”.

Saranno esposti i documenti relativi a Oronzo e Gabriele Costa, a Cosimo De Giorgi, Cosimo Moschettini, Gaetano Stella e Giovanni Presta, e in particolare a Giuseppe Candido, l’inventore della pila elettrica che porta il suo nome e degli orologi sincronizzati: a Lecce erano quattro – Sedile, palazzo della prefettura, convitto Palmieri e ospedale Santo Spirito - e questa applicazione dell’elettricità fu l’unica a essere realizzata con successo in Europa. Inoltre si potranno ammirare le “carte” relative alle stazioni pluviometriche e alla costruzione della tramvia elettrica che collegava Lecce a San Cataldo.

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